
GROSSETO – A causa di una disposizione normativa, molte lavoratrici e lavoratori rischiavano di pagare ingiustamente più tasse.
Gli acconti IRPEF per il 2025, infatti, rischiavano di essere calcolati utilizzando le vecchie aliquote del 2023, nonostante la riforma fiscale avesse introdotto nuove aliquote a partire dal 2024. «Questo avrebbe comportato un aumento ingiustificato degli acconti per milioni di lavoratori e pensionati – dice Alessandra Vegni, segretaria Flc Cgil – un aumento che avrebbe gravato sul personale stabilizzato e particolarmente sui precari, che anche questo nuovo anno scolastico sono un numero davvero spropositato non solo in Maremma».
Il precariato nella scuola, infatti, è un fenomeno dilagante in tutta Italia, tant’è che Bruxelles ha inviato a Roma una lettera di costituzione in mora, primo passo di una procedura di infrazione.
Riguardo alla tassazione, CGIL e Consorzio nazionale Caaf CGIL, hanno recentemente denunciato l’incongruenza che riguardava le aliquote. «Sottolineando come tale meccanismo avrebbe penalizzato ulteriormente i redditi già colpiti dall’inflazione – precisa Vegni – In risposta a queste sollecitazioni, il Ministero dell’economia e delle finanze (Mef) ha annunciato un intervento normativo per consentire l’applicazione delle nuove aliquote del 2025 anche nella determinazione degli acconti IRPEF, evitando così aggravi ingiustificati per i contribuenti».
La CGIL ha espresso soddisfazione per questa decisione, sono stati così salvaguardati i redditi di milioni di lavoratori e pensionati. «Dare forza alla CGIL anche solo votandola alle RSU del 14, 15 e 16 aprile significa salvaguardare fattivamente i diritti e gli stipendi dei lavoratori – conclude Vegni – anche dei lavoratori della scuola, che proprio questo aprile saranno chiamati a votare i propri rappresentanti».