
GAVORRANO – «A margine dell’odierno Consiglio comunale, questa insolita maggioranza proverà ancora una volta a spacciare come vincente un progetto che riteniamo lacunoso, incerto e per certi aspetti addirittura pericoloso per l’incolumità del bilancio comunale» affermano i consiglieri comunali Andrea Maule, Giacomo Signori, Chiara Vitagliano, Claudio Asuni, Andrea Bartolozzi.
«Per soli 15mila euro il Comune di Gavorrano acquisterà nei prossimi giorni il compendio immobiliare dell’ex complesso minerario di Pozzo Roma. Circa 2700 mq di edifici diruti sui quali lo stesso Comune intende realizzare un centro di studio e ricerca, un ostello e chissà che altra astrusità, per la modica spesa di 11milioni di euro. Fermo e deciso il nostro voto contrario in Consiglio comunale per una lunga ed articolata serie di motivi, che qui riassumiamo».
«Il Comune parteciperà ad un bando Pnrr per la rigenerazione dell’area. In caso di ammissibilità al contributo, il Comune sarà chiamato a spendere anticipatamente 11milioni di euro per l’attuazione dell’iniziativa, soldi che saranno poi rimborsati dallo Stato. Ma questi 11milioni di euro da anticipare, dove li troviamo? In un Comune dove abitualmente andiamo in affanno per effettuare modestissime manutenzioni da poche decine di migliaia di euro, ci pare surreale immaginare che questo stesso ente possa anticipare cifre del genere senza avere, tra l’altro, contezza di disponibilità economiche per il mantenimento di quella stessa area».
«Dobbiamo poi mettere in ipotesi che il contributo Pnrr non venga concesso dallo Stato, come accaduto tra l’altro proprio in questi giorni per il rifacimento di via Cesare Battisti a Gavorrano. L’opera doveva essere finanziata con un bando della Regione Toscana, ma per carenza di risorse non sarà finanziato. In caso di mancato contributo Pnrr, di quel mausoleo fatiscente cosa ne facciamo? Inaccettabile l’affermazione dell’assessore Borghi il quale in Consiglio si lacera dietro ad un laconico “qualcosa ci faremo!”» prosegue l’opposizione.
«A cotante incertezze e dubbi si contrappongono però seri e concreti rischi. Da domani il mantenimento della sicurezza e dell’incolumità pubblica in quell’area così degradata sarà a carico del Comune, quindi graverà nelle tasche dei cittadini gavorranesi. Come esposto nelle sedi istituzionali, la nostra visione politica di questa vicenda ci porta ad immaginare un Comune che attraverso il proprio strumento urbanistico potesse veicolare il recupero di quell’area, con specifiche limitazioni che ne preservino l’integrità storica, in favore di soggetti privati. Una soluzione che non avrebbe gravato sulle tasche del Comune, e quindi dei cittadini, ed avrebbe anzi condotto a possibili scenari di sviluppo imprenditoriale, economico ed occupazionale per l’intero territorio gavorranese».
«La nostra visione resta quindi diametralmente opposta a quella della maggioranza; la nostra sobria volontà di concretezza si contrappone al consueto libro dei sogni sui quali la sinistra gavorranese ha costruito decenni di aberrante governo del territorio. Il trend elettorale dimostra che i cittadini gavorranesi non sono però stupidi e che anzi sono decisamente stufi di chi baratta l’ordinaria manutenzione dei beni e degli spazi pubblici con faraonici ed irrealizzabili progetti da fumo negli occhi» conclude la nota.