
ROCCASTRADA – Un altro consiglio comunale dedicato alla vicenda Venator. Questo volta è Roccastrada ad ospitare la seduta aperta per discutere della crisi dello stabilimento del Casone di Scarlino.
Una crisi profonda perché sono ormai 20 mesi che l’impianto ha cessato la produzione e perché attualmente il mercato internazionale del biossido di titanio, cioè la produzione della fabbrica di Scarlino, non sembra dare segni di ripresa. Il rischio chiusura è molto elevato e forse nei 50 anni di vita della fabbrica questo è il momento più critico anche se restano alcuni spiragli.

«Sicuramente la situazione è estremamente complessa – ha spiegato l’Ad di Venator Stefano Neri -, e il tempo non è a nostro favore, perché il contratto di solidarietà ha un orizzonte di 5 mesi e non si sono ancora finalizzate tutte le condizioni che ci permettono di estenderlo e arrivare quindi a Gennaio 2026. Alcune di queste condizioni sono nelle nostre mani, altre condizioni hanno bisogno di una risposta certa da parte di qualcuno. Le cose si stanno muovendo, ma ancora queste risposte certe, queste conferme non ci sono. Quindi il rischio di chiusura c’è, però qui voglio anche dirvi che se non siamo ancora chiusi».Ci sono infatti alcune prospettive che possono essere considerate positive. «Abbiamo mantenuto i costi bassi, ci hanno permesso di arrivare a questo punto. Lo stabilimento ha un valore importante, perché può ripartire e ha un profilo di costi sostenibile; ha del personale con grande professionalità e i costi di partenza sono accettabili. Lo stabilimento può ripartire a costi contenuti».
Il territorio, comunità e istituzioni restano però per il momento appesi a un filo e alle decisioni della Corporate. «Vogliamo risposte – ha detto la sindaca di Scarlino Francesca Travison – vogliamo sapere se vogliono chiudere, se vogliono vendere, se vogliono riprendere la produzione. Ce lo dicano perché la situazione non è più accettabile. A giugno termineranno i contratti di solidarietà e a settembre si concluderà il periodo di disoccupazione per tutti i lavoratori dell’inditto che sono stati già licenziati». Una situazione che rischia di diventare esplosiva per i riflessi negativi sull’economia di tutta la zona nord della provincia di Grosseto. «Non lasceremo soli i lavoratori – ha aggiunto Travison – siamo pronti anche a prendere un aereo e andare a Londra (dove ha sede la Corporate della Venator, ndr)»
A chiudere gli interventi le parole dell’assessore regionale Leonardo Marras. «È importante mantenere molto alta l’attenzione. Questa è una vicenda per lungo tempo è rimasta sotto traccia e non ha avuto lo stesso volume e la stessa attenzione di altri crisi aziendali simili. Come avete visto è bastato che le istituzioni locali si muovessero anche con i consigli comunali ed è arrivato anche l’interessamento del Governo. Dobbiamo aumentare il livello del volume dell’attenzione e dobbiamo insistere; il silenzio che accompagna questa fase non è un buon compagno di viaggio. Non so se è il caso di andare a Londra, ma credo che sia importante continuare con l’azione del sindaci».
Su questo fronte è arrivata anche la proposta da Riccardo Tosi, Rsu della Cgil, di una mobilitazione da perte dei lavoratori con l’organizzazione di un’assemblea all’interno dello stabilimento. Potrebbe essere questa la prossima occasione per tornare a parlare della vertenza Venator sul territorio, mentre a livello ministeriale ci sono stati dei contatti tra il Governo italiano e i vertici della Corporate.
«Abbiamo da giocare delle carte – ha aggiunto Marras – e devo dire che anche il ministero si sta muovendo. In questa settimana ci sono stati i contatti con la proprietà e, da quello che c’è stato riferito, è stata dichiarata la disponibilità dell’amministratore delegato a venire a parlare a Roma con il ministero».
Al consiglio comunale, coordinato dal sindaco e presidente della provincia Francesco Limatola, erano presenti anche l’onorevole Marco Simiani, il consigliere regionale Andrea Ulmi, la sindaca di Gavorrano Stefania Ulivieri, il presidente del consiglio comunale di Follonica Alberto Aloisi, il consigliere provinciale Alfiero Pieraccini, i rappresentanti dei comuni di Massa Marittima, Montieri e Monterotondo Marittimo.