
GROSSETO – L’8 marzo non è stata solo una giornata di celebrazione, ma un’occasione di mobilitazione reale per i diritti delle donne e per la lotta contro la violenza e le discriminazioni di genere. Lo sciopero esistenziale promosso dalla Filcams Cgil ha registrato una partecipazione che ha fatto ben sperare, con un positivo sostegno da parte della Cgil di Grosseto.
All’iniziativa ha preso parte anche Monica Pagni, segretaria generale della Cgil Grosseto, ribadendo il valore di una battaglia che non deve fermarsi a una singola giornata, ma essere un impegno quotidiano.
Secondo i dati della Cgil, nella provincia di Grosseto il tasso di occupazione femminile è fermo al 61,4%, ben 16 punti percentuali in meno rispetto a quello maschile (77,3%). Un divario che non solo penalizza le donne, ma rappresenta un limite allo sviluppo economico del territorio. A questo si aggiunge un’alta diffusione di contratti precari, part-time involontari e stagionali, che spesso costringono le lavoratrici a condizioni di forte dipendenza economica.
Pierpaolo Micci, segretario generale della Filcams Cgil Grosseto, sottolinea il valore della mobilitazione: «Oggi è stato un primo passo – ricorda Micci – un richiamo su una ricorrenza che non vogliamo vivere solo come tale, ma come un impegno quotidiano. Nei settori che tuteliamo lavorano moltissime donne, ed è nostro dovere lottare per i loro diritti non solo nei contratti, ma nella vita di tutti i giorni. Le donne sono vittime di violenza fisica ed economica, spesso impossibilitate a denunciare perché non hanno le risorse per allontanarsi dall’uomo che a volte arriva ad essere anche loro carnefice. È per questo che il nostro impegno guarda all’obiettivo della violenza zero sulle donne».

Lo sciopero ha avuto il merito di accendere una discussione più ampia sulle condizioni delle lavoratrici e sulla necessità di un cambiamento culturale profondo. «Le notizie di violenze e discriminazioni sono quotidiane, ma tutto questo non deve essere percepito come ordinario – ribadisce Micci – Oggi abbiamo smosso le coscienze di alcune lavoratrici e lavoratori, e ci auguriamo che da qui si possa partire per un serio miglioramento della società. Con umiltà ambiamo a migliorare non solo i contratti di lavoro, come già stiamo facendo, ma anche la vita quotidiana delle lavoratrici nei vari settori. Nei contratti di settore rinnovati, abbiamo ottenuto progressi in materia di tutela delle donne, ma tutto questo rischia di non essere sufficiente se non si fa un vero passo avanti a livello culturale. Dobbiamo lavorare insieme per una valorizzazione più seria e profonda delle donne».
«Lo sciopero esistenziale è stato solo l’inizio – conclude il sindacato -. La Filcams Cgil Grosseto proseguirà questa battaglia con la stessa determinazione anche nella campagna per il sì ai cinque referendum promossi dalla Cgil, strumenti fondamentali per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle donne e di tutti i lavoratori».