
GROSSETO – “Bene esprimere solidarietà alle aggressioni dei sanitari che avvengono nei presidi e sul territorio ma, a parere della segreteria della Uil Fpl, si deve passare ad azioni concrete che tutelino i lavoratori e gli utenti che si trovano a vivere situazioni dove viene messa rischio la sicurezza e l’incolumità delle persone”.
Sono queste le dichiarazioni di Sergio Lunghi, segretario generale e Luciano Fedeli, responsabile Sanità, a nome di tutta la segreteria dell’area vasta Toscana Sud Est, con le quali prendono posizione sulle aggressioni con riferimento all’ultimo episodio che si è verificato al pronto soccorso di Grosseto.
“Avevamo avanzato alcune proposte – proseguono -, in occasione dei convegni che abbiamo tenuto tra novembre e dicembre a Grosseto e Siena e vogliamo che si passi dalla teoria ad azioni concrete, rendendo operative iniziative che, a nostro avviso, possono e devono essere messe in campo a tutela della sicurezza di chi lavora o si reca per cure nei presidi sanitari. I dati raccolti mostrano che il fenomeno è in aumento e se è vero che è generalizzato in tutta la Regione e a livello nazionale, questo non ci esenta ad intraprendere tutte quelle precauzioni che siano deterrenti e contengano le violenze verbali e fisiche alle quali è sottoposto il personale e, come avvenuto ieri a Grosseto, possano compromettere anche la sicurezza dei cittadini che si trovano nei luoghi destinati alla cura e sui quali, accidentalmente o volontariamente, si possono scaricare comportamenti violenti”.
“È, ad avviso della Uil Fpl, un problema che riguarda tutte le istituzioni presenti sul territorio che devono far sì che aumentino le condizioni di sicurezza e tutela dell’ordine pubblico all’interno degli ambienti sanitari, così come viene fatto per altre situazioni come gli eventi sportivi e in zone a rischio di sicurezza – affermano Lunghi e Fedeli -. Aprire quindi un tavolo che coinvolga Prefettura, Questura, Comuni e organizzazioni sindacali, ci pare la prima delle misure da intraprendere per arrivare alla definizione urgente di protocolli che consentano ad operatori, di poter svolgere il proprio lavoro e avere per gli stessi e per gli utenti quella serenità che viene interrotta da atti violenti e ingiustificabili”.
“Il caso di ieri, come ci è stato riferito, si è verificato a causa delle condizioni alterate di un utente ed anche in questo frangente devono essere misure idonee perché ad avviso di questa organizzazione, è bene isolare e sorvegliare attraverso la presenza di forze dell’ordine, soggetti il cui stato psicofisico possa potenzialmente costituire pericolo per la pubblica incolumità destinando magari locali isolati e presidiati temporaneamente da forze dell’ordine. È necessario inoltre pensare ad una maggiore frequenza della presenza di personale che costituisca deterrente per violenze e tuteli l’ordine pubblico durante i turni di lavoro perché non è pensabile che i professionisti sanitari svolgano funzioni non proprie che mettono a rischio anche la loro incolumità”.
“Solleciteremo ancora le istituzioni ad agire su questo tema e a riguardo questa organizzazione convocherà nei prossimi giorni un apposito incontro con i lavoratori della sanità e i dirigenti sindacali presso il presidio di Grosseto per esaminare e intraprendere azioni da portare all’attenzione della direzione aziendale e del comparto – concludono Lunghi e Fedeli -. C’è la necessità di intraprendere percorsi finalizzati alla costruzione di ambienti dove i professionisti possano svolgere il proprio lavoro azioni di cura e che tutelino la loro sicurezza e quella dei cittadini perché i luoghi di cura non possono diventare luoghi dove si assiste a violenze incontrollate che si scaricano esclusivamente su lavoratori e utenti”.