
GROSSETO – “Negli ultimi giorni abbiamo assistito allo straziante grido d’aiuto lanciato dal Pd. Dapprima col deputato Simiani, subito seguito a ruota da dirigenti e sindaci. Vorremmo ricordare ai rappresentanti del Pd che attribuire le responsabilità per le difficili condizioni in cui sono chiamati ad operare i comuni italiani sulle scelte operate dal governo Meloni, è una affermazione intellettualmente scorretta e, da un punto di vista strettamente tecnico, lontana dalla realtà dei fatti”.
E’ quanto afferma Luca Minucci, presidente provinciale Fratelli d’Italia Grosseto.
“Non si comprende – prosegue Minucci – perché questa difesa incondizionata delle comunità locali, non li abbia visti in prima linea negli anni in cui i governi sostenuti o guidati dal Pd operavano tagli feroci sulla capacità di spesa degli enti locali, come ad esempio nel quinquennio 2012-2017, quando alle casse dei comuni sono stati sottratti ben sei miliardi di euro. Come non si comprende perché, quando il presidente di Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, nel discorso di apertura dell’assemblea del 2013 a Firenze, definì la “spending rewiew uno strumento punitivo, quando non addirittura persecutorio verso gli enti locali”, allora nessuno tra coloro che oggi protestano, è sceso nelle piazze, finanche davanti a Palazzo Chigi. Non si comprende chi o cosa abbia impedito loro di indignarsi di fronte ai dati che, anno dopo anno, la Cgia di Mestre ha pubblicato sulla abnorme entità dei tagli ai comuni, in particolare nel quinquennio 2011-2015, periodo che ha visto susseguirsi i governi Monti-Letta-Renzi”.
“Infine, non ricordo nessuna levata di scudi che vi è stata quando il governo Conte II° ha adottato la norma relativa alla c.d. spending review informatica (art. 1, comma 850, L. 178/2020), che ha disposto, ai fini del contenimento della spesa pubblica, per gli anni 2023-2025, un contributo a carico di comuni e città metropolitane, pari, rispettivamente, a 100 e 50 milioni annui. Nessuno di loro si è mai degnato di spendere una parola a riguardo ed oggi invece in maniera del tutto strumentale ci troviamo a dover ricordare loro che il Governo Meloni per far fronte alla politica dei tagli, tenendo nella dovuta considerazione le ripercussioni delle scelte di natura economica compiute dai passati governi, l’esecutivo a guida Giorgia Meloni ha messo in cantiere diverse iniziative che hanno come obiettivo unico, quello di dare respiro e margini di operatività agli enti locali. Ricordiamo ad esempio, l’azzeramento degli effetti legati alla prima rata della spending review informatica (196 mln €) e che consiste nella possibilità concessa al sistema delle autonomie locali, di mantenere nel comparto la quota non spesa del “Fondo Covid” che, va ricordato, andava originariamente restituito. Oppure lo stanziamento di 400 mln di euro per far fronte ai rincari energetici. A questa iniziativa, sempre per l’anno2023, va aggiunto il rifinanziamento del fondo IMU-Tasi, per un importo pari ad € 110 mln e l’anticipo di 50 mln di euro per il reintegro dei tagli del D.L. n. 66/2014”.
“Lungo questa direttrice si muove anche la nuova legge di bilancio. Al riguardo, sostenere che contenga dei tagli alla spesa corrente, sta a significare che ci troviamo di fronte a delle persone intellettualmente disoneste, ovvero non in grado di leggere il provvedimento del ministero dell’economia e delle finanze. Infatti, come già illustrato in diverse sedi, siamo in realtà non di fronte a dei tagli lineari, bensì parliamo di accantonamenti che, a partire dal prossimo anno, comuni e città metropolitane, potranno utilizzare, anche per la copertura dei disavanzi. Una cosa potrebbero fare gli esponenti del PD ed i Sindaci se hanno a cuore il nostro futuro, invece di fare campagne politiche di disinformazione dovrebbero chiedere sostegno e supporto agli eletti lo scorso giugno all’europarlamento, i quali, come prima azione, potrebbero adoperarsi per sollecitare una rivisitazione del rigido meccanismo imposto dal patto di stabilità”, conclude Luca Minucci.