
GROSSETO – “Condividiamo l’idea che il nostro paese debba riuscire ad essere il più possibile autonomo nella produzione di energia per il proprio fabbisogno, ed allo stesso tempo condividiamo l’uso a tal fine delle fonti rinnovabili e pulite per la produzione energetica, l’idrico, l’eolico, il fotovoltaico, e dove possibile la geotermia, ciò non solo aiuterebbe l’autonomia del paese ma certamente influirebbe positivamente sulle bollette che sono diventate troppo pesanti per le famiglie e le imprese”. Così Sinistra italiana affronta l’argomento delle energie rinnovabili sul territorio maremmano.
“Allo stesso tempo – affermano Massimo Borghi, assessore di Gavorrano, Patrizia Scapin, consigliera comunale a Gavorrano e Valentino Bisconti vicepresidente della Provincia – è nostra convinzione che sui territori debbono essere gli Enti locali cioè Regioni, Province e Comuni che conoscendo i territori ed applicando una gestione seria degli stessi, con gli appositi strumenti di programmazione decidano insieme ai cittadini quali siano i luoghi più adatti ed idonei per la produzione di energia. Lo sviluppo delle energie alternative deve essere in armonia con il territorio, nel rispetto del paesaggio, dei vincoli legati alla storicità dei luoghi, nel non consumo di territorio utile per l’agricoltura ed altre attività ad essa legate”.
“L’assalto al territorio della Maremma ed alle peculiarità della stessa non lo condividiamo – proseguono -. Quello che sta succedendo nel Comune di Gavorrano dove si prevede l’uso di circa 300 ettari sui quali istallare gli impianti agrivoltaici su antenne in acciaio alte sino a cinque metri, senza dimenticare i chilometri di cavidotti e le cabine di smistamento verso la rete di distribuzione dell’energia, usando e impattando in altro territorio ad uso agricolo, è semplicemente fuori da ogni contesto di gestione equilibrata del territorio”.
“Diciamo no a megaimpianti ubicati in zone cruciali del nostro territorio, vocati all’agricoltura ed all’agriturismo, dove ci sono aziende che stanno riconvertendo le proprie culture ed i loro terreni al biologico, dove ci sono bellezze naturali, nonché culture di qualità come il vitinicolo. Per questo sosteniamo la legge a cui sta lavorando la Regione Toscana atta a diminuire in maniera seria e sostanziale la possibilità di installare mega impianti di produzione di energia alla rinfusa e senza programmazione – prosegue Sinistra italiana -. Lo diciamo per Gavorrano e per tutti quei territori che in questi mesi si stanno battendo contro una idea di produzione di energia che non porta nulla alle comunità locali, che disincentiva l’agricoltura e che risponde ad una logica di rapina”.
“Altre possibilità serie e concrete ci sono, basta leggere il rapporto Ispra 2024 nel quale si afferma che, mettendo pannelli fotovoltaici nelle aree abbandonate e degradate del nostro paese, cioè nelle 14000 cave e miniere abbandonate, oppure nelle aree industriali abbandonate, o sulle tettoie degli stabilimenti industriali e commerciali attivi che debitamente incentivati garantirebbero un risparmio vero sulla bolletta di artigiani e commercianti, oppure sui tetti delle civili abitazioni aiutando e favorendo lo sviluppo delle comunità energetiche, si eviterebbe di distruggere ulteriore suolo e territorio. Non siamo quelli del no, contro tutte le ipotesi, siamo quelli del si alle cose programmate, serie e sensate”.