
TORNIELLA – Un libro sicuramente insolito quello scritto da Carla Fiorentini, maestra con la passione delle rime. Carla ha deciso di mettere in rima baciata le ricette di famiglia e di farne dono alla figlia Giulia. È stata Giulia Rabissi, la figlia, a decidere che non era giusto tenere questo libro solo per sé, e ha deciso di farlo stampare facendone un libro vero e proprio. Le ricette si intrecciano ai ricordi toscani.
«Il libro narra di piatti poveri, di una tradizione contadina ormai scomparsa – racconta Giulia Rabissi -. Ma soprattutto racconta i ricordi di una famiglia povera, dei suoi modi di vivere e sopravvivere con poche risorse. Ricette di piatti tipici di una volta si intrecciano con gli odori, con i colori, con il ricordo del calore delle carezze paterne e degli occhi lucidi di una mamma che cerca di ricavare un piatto caldo per la famiglia da pochi ingredienti e che si trova ad “allungare” la minestra pur di ospitare chi era meno fortunato».
Madre e figlia, residenti a Torniella, nel comune di Roccastrada, sono stati ospiti anche di Geo, la trasmissione Rai di Sveva Sagramola.

«Sono nata in un piccolo paese immerso nel verde di boschi secolari e ridenti campagne – ricorda Carla Fiorentini -. I cibi erano fatti coi frutti della terra e del lavoro e la loro vita era serena perché si sentivano ricchi anche con un piatto di fagioli. Intorno al fuoco, al calor della fiamma e a quello della mia famiglia, era bellissimo scaldarmi. Per noi la solidarietà, la generosità, gli insegnamenti dei nonni, le tradizioni, il rispetto dell’ambiente erano importanti. Un giorno dai cassetti dell’anima le mie emozioni vollero uscire e, volando, atterrare nel cuore di mia figlia perché quel mondo lontano non andasse perduto ma che potesse mostrarsi anche ai tanti giovani che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Mentre, con urgenza, uscivano, i miei ricordi si trasformavano in strofe: ed io in poesia ho dato loro voce con un racconto che presenta nascoste tra le ricette pagine di vita, credenze, sentimenti, speranze, usanze antiche».
«Il mio scritto si dipana nelle quattro stagioni alle quali io ho aggiunto la stagione “sempre” perché in essa potevamo usare gli ingredienti che avevamo serbato e che erano sempre a disposizione della massaia. Così “la zuppa di poco”, “la minestra di passi lunghi”, “la minestra seguitata”, “la salvia a sorpresa”, “la rinascita dei costoloni”, “la fortuna del gatto”, “l’ova rimpiattate”, “la minestra di galoppini”, “la magia dei fagioli” scaldavano i nostri stomaci e le nostre anime. Io sono stata una maestra elementare e ho raccontato questo mondo ai miei alunni. Con stupore io vedevo che ne rimanevano affascinati e sempre mi chiedevano: “Maestra, raccontaci di quando eri povera!” Io rispondevo “No, io vi racconterò di quanto ero ricca e quali tesori possedevo”».