
GROSSETO – “Ripartire per una nuova rivoluzione democratica: vogliamo un Ssn pubblico interamente gestito dal pubblico”.
Sono queste le parole di presentazione del Comitato toscano sanità, un gruppo non soltanto presente su Facebook ma che si è fatto promotore di un referendum consultivo sulla sanità toscana per ritornare ad un sistema sanitario più vicino ai territori e che risponda a quei principi quali accessibilità, universalità ed equità delle prestazioni sanitarie.
Una proposta che piace al Pci che attraverso il proprio segretario provinciale, Daniele Gasperi, esprime soddisfazione e aderisce in modo convinto all’iniziativa.
“Siamo orgogliosi e soddisfatti di questa proposta che crediamo vada nella direzione giusta e indirizzata ad invertire una rotta che ha portato allo smembramento organico, organizzativo, istituzionale e territoriale, della sanità pubblica. Importante la metodologia che iscrive all’ordine del giorno dell’agenda di quella politica che dovrebbe partire da rendere partecipi e protagonisti cittadine e cittadini della nostra Regione e altrettanto importante è la condivisione di associazioni, comitati e forze politiche che si riconoscono e riconoscono il sistema sanitario pubblico come perno fondante della società”.
“Abbiamo sempre contrastato il nascere di tre mega Aziende Asl e dello smembramento delle funzioni socio-sanitarie avvenuto in questi anni che ha visto solo tagli e ridimensionamenti di servizi e aumento dei disagi per lavoratori e cittadini. Tagli dei posti letto, oltre duemila, riduzione di reparti e personale, riorganizzazioni che hanno visto crescere le liste di attesa e fatto viaggiare cittadini in lungo e in largo per la regione per trovare risposte ai propri bisogni di salute. Ben venga quindi la convergenza di propositi e la possibilità di una raccolta firme per un referendum consultivo”.
“Al fronte di prese di posizione già precostituite e ferme su una gestione manageriale di alto livello e una richiesta, anche se giusta ma effimera di richiesta finanziamenti, “…per affrontare la prospettiva del diritto alla salute…” come affermato dall’assessore Bezzini, noi come Pci crediamo essenziale questa possibilità. Che siano dunque i cittadini a decidere “cosa e come” intervenire, non lasciare ai “mestieranti politici” di deliberare a loro piacimento e per propria convenienza e soprattutto siano i cittadini a lanciare un messaggio alla politica che sulla salute non c’è da fare utili, business ma c’è da produrre benessere”.
“Per il Pci il diritto alla salute è sacrosanto e non può essere barattato o mercificato per “profitti”. Vogliamo riportare l’attenzione anche sulla definizione degli ambiti territoriali riprendendo anche la ridefinizione delle zone – distretto così come ha fatto l’Amiata e con il il movimento che si era creato nelle Colline Metallifere con la raccolta di forme, alla quale abbiamo contribuito a sostegno dell’iniziativa dell’associazione Fare. Ben più di 2.000 firme furono allora consegnate ad Enrico Sostegni, presidente della commissione regionale della sanità che si sono sommate ad audizioni e a mozioni e presidi alla Regione”.
“Su queste basi siamo convinti e ci impegneremo per cambiare una realtà in crisi nel contesto territoriale e che ha bisogno della salute anche come pilastro per il rilancio socio – economico della zona. Aderiamo a comitato e promuoveremo la raccolta di firme per il referendum”.