
GROSSETO – Martedì 11 febbraio si è tenuto l’incontro tra le segreterie nazionali, territoriali, le Rsu di Tsd (Telco servizi digitali), l’amministratore delegato di Tsd, il Gruppo Nextaly e i rappresentanti del Ministero delle imprese e del made in Italy. Presenti anche le istituzioni in rappresentanza delle regioni Lazio e Toscana.
La riunione è stata conseguenza degli impegni presi dal Ministero con le organizzazioni sindacali nell’incontro avuto con la delegazione in presidio sotto la sede dello stesso Ministero nel mese di gennaio, in concomitanza con lo sciopero generale aziendale. Incontro al quale Tsd non partecipò.
«Il confronto – spiega Walter Scopetoni, segretario del Slc Cgil che segue la vertenza per i 26 dipendenti maremmani di Tsd – ha preso le mosse dalla richiesta del Mimit all’Ad di illustrare la situazione aziendale e quali misure intendesse mettere in campo per far fronte ai problemi, considerato che la situazione si sta velocemente degradando e ad oggi non sono state ancora corrisposte tredicesima e stipendio di dicembre ai lavoratori. Da inizio 2025 si è inoltre assistito alla confisca dei mezzi, al blocco dell’erogazione dell’acqua in alcuni cantieri e agli sfratti esecutivi in alcune sedi di lavoro, con mezzi ancora non confiscati privi di carburante. Si è arrivati al paradosso che uno dei committenti di Tsd si è fatto carico del pagamento del carburante in modo da garantirsi la copertura del servizio di reperibilità da parte degli operai, che peraltro non sono stati pagati».
Fra le conseguenze di questa situazione, anche la perdita di aree di lavoro ad appannaggio di altre imprese pronte a sfruttare il contesto, contattando i lavoratori con offerte di lavoro poco corrispondenti alle professionalità.
«L’amministratore delegato di Tsd – aggiunge Scopetoni – ha sostenuto di aver chiesto l’autorizzazione a procedere a un “piano di ricomposizione negoziata della crisi d’impresa”, dicendo che nei prossimi giorni avrebbe inviato una richiesta di incontro alle organizzazioni sindacali per attivare la cassa integrazione a zero ore lavorate in seguito alla situazione di crisi. Le intenzioni dell’azienda, tutte da verificare, sarebbero conseguenza del fatto che i creditori stanno facendo pressione perché siano rispettati gl’impegni assunti. Pertanto, il piano di ricomposizione negoziata avrebbe l’obiettivo di cristallizzare le richieste dei creditori, e nel frattempo tentare il rilancio industriale dell’azienda per arrivare al pareggio di bilancio, o addirittura a crescere. Questo, sempre a detta dell’amministratore delegato, in un contesto che sta vedendo la fuoriuscita di un numero consistente di lavoratori, con la contestuale perdita di importanti commesse vitali per la sopravvivenza dell’impresa. In altre parole, ci sarebbe la necessità di ridimensionare l’attività in alcuni territori in cui opera Tsd, cercando di tenere sul fronte occupazionale, in questa fase ricorrendo all’apporto di altre aziende e ricorrendo alla cassa integrazione a zero ora per i dipendenti».
Quanto alla situazione in provincia di Grosseto, il segretario del Slc Cgil spiega che «i lavoratori impiegati per la manutenzione e l’attivazione di nuove utenze sulla rete la banda larga Fiber Cop della provincia sono praticamente fermi dallo scorso dicembre, tenuti in pronta disponibilità dell’azienda ma di fatto inattivi. Nel frattempo, sono state quasi azzerate le operazioni di manutenzione della rete, accumulando molti interventi arretrati. L’unica nota positiva – conclude – è che i fornitori d Tds non hanno chiesto il sequestro di mezzi e materiali».