
GROSSETO – È una vera e propria scansione sullo stato di salute del commercio, il nuovo sondaggio proposto da Confesercenti ai commercianti della Provincia di Grosseto. Sia per capire, misurare e migliorare uno degli appuntamenti più importanti per le imprese di vicinato, come i saldi, ma anche perché si accenda nuovamente il dibattito sul settore che tiene in vita le luci delle nostre città, quanto la sua economia.
Le vendite promozionali, un tempo appuntamento atteso da migliaia di cittadini per rinnovare il guardaroba oppure acquistare un oggetto desiderato, adesso sono fortemente indebolite dalle assillanti promozioni online.
“E’ un mondo completamente diverso rispetto a quarant’anni fa, ovvero quando sono nati i saldi come li conosciamo oggi. Tuttavia rimane uno snodo fondamentale per tante aziende, a livello di bilancio e di ampliamento della clientela” afferma Marco Di Giacopo coordinatore Assoterziario. “Nel sondaggio abbiamo voluto chiedere ai diretti interessati, i commercianti, cosa pensano e cosa vorrebbero cambiare di questo momento così importante nel bilancio delle aziende.”
Un modo voluto da Confesercenti per tenere acceso il dibattito sul commercio di vicinato e in particolar modo nel settore moda, affaticato da una lunga crisi.
“Sono molti anni che ci incagliamo in discussioni stantie riguardo lo spostamento del periodo, pubblicando guide sui buoni saldi, mentre il mondo del commercio è cambiato e soprattutto corre ad un’altra velocità” continua Di Giacopo.
“Adesso è tempo di cambiare le carte in tavola e smetterla di giocare di rimessa. Apriamo un’ampia riflessione su questo strumento e mettiamo al centro il parere di coloro che hanno investito risorse, tempo e patrimonio nelle proprie attività commerciali”.
Per quanto importante non si esaurisce con i saldi la riflessione del questionario di Confesercenti: “Maremma e commercio sono un binomio inscindibile, ma più complesso e delicato rispetto al rapporto che la nostra Provincia ha con il turismo. Mentre con l’andamento del turismo misuriamo la nostra competitività e capacità di attrarre visitatori esterni, i numeri del commercio di vicinato ci parlano prevalentemente delle tasche dei nostri stessi cittadini: cosa comprano, quanto, come e perché”.
“Va da sé che il commerciante diventa così un indicatore fondamentale per la capacità di spesa dei propri concittadini, i gusti, ma anche per le abitudini sociali. Ovviamente – continua Marco Di Giacopo – resta sempre fermo il fatto che, quando chiude un negozio di vicinato, non ci perde solo un’azienda, ma la città intera in termini di sicurezza e qualità urbana. Per tali motivi uno dei punti di questo sondaggio è capire la soddisfazione degli imprenditori in termini di ricavi e marginalità, misure imprescindibili per il mantenimento di un’azienda”. Secondo Confesercenti, a livello nazionale, nell’ultimo anno c’è’ stata una sola apertura per ogni tre negozi che hanno cessato definitivamente l’attività. Un fenomeno in costante crescita che rappresenta un allarme sempre più forte per la vivibilità e sicurezza delle nostre città: i negozi non solo garantiscono importanti servizi, ma favoriscono la socializzazione, presidiano il territorio, lo arricchiscono.
Servono politiche mirate al sostegno delle imprese di vicinato e a favorire politiche di rigenerazione, a partire da un regime fiscale di vantaggio per i servizi di base nei comuni che più stanno sperimentando il morso della desertificazione. Per sostenere queste misure, proponiamo l’istituzione di un Fondo per la rigenerazione urbana, alimentato in parte dai contributi che i commercianti già versano per la rottamazione delle licenze, in parte da una nuova addizionale web: un’imposta nazionale da applicare sulle vendite concluse dai grandi operatori internazionali del commercio elettronico. Il fondo servirà ai comuni per finanziare progetti di rigenerazione del commercio locale e iniziative di sostegno al commercio di prossimità.
“Con il nostro sondaggio vorremmo valutare anche la percezione che le imprese di vicinato hanno riguardo l’impatto nei loro affari della grande distribuzione, per passare poi a quali iniziative ci si aspetta che la politica metta in atto, su più livelli. In altre parole, non vogliamo valutare solamente la componente finanziaria di un commerciante in Maremma, piuttosto quella economica: come viene vissuta l’esperienza imprenditoriale in termini di interazione con l’ambiente, la sostenibilità delle proprie scelte, nonché il sostegno che ci si aspetta di ricevere. Abbiamo anche una domanda aperta, questo perché crediamo che come associazione di categoria sia importante mettersi in ascolto dei nostri imprenditori.”
Di Giacopo conclude rivolgendo “Un caloroso invito a tutti i commercianti, associati e non, a partecipare numerosi a questo sondaggio online. Può costare cinque minuti del vostro tempo ma aprire un dibattito utile su questo tema”.
LINK al sondaggio: https://www.sondaggio-online.com/s/maremma-e-commercio