
FOLLONICA – “Siamo in periodo di Carnevale e oltre alle famose “chiacchiere dolciarie”, tipiche del periodo carnevalesco, da alcuni giorni cominciano anche a circolare altri tipi di chiacchiere. Quelle farneticanti del Partito Democratico”. A dirlo è Agostino Ottaviani, presidente del circolo Fratelli d’Italia Follonica.
“Infatti, – prosegue Ottaviani – stiamo notando che il segretario del Pd locale, Iannitelli è alla ricerca spasmodica nel provare a fare le pulci alla giunta Buoncristiani e a tutta la maggioranza, sulla cittadella del carnevale. Ma, ahinoi, riscontriamo che il buon segretario dem sta raccogliendo solamente le solite chiacchiere: quelle dolciarie tipiche del carnevale. Perché, se il centrosinistra avesse voluto veramente far sviluppare negli anni il Carnevale Follonichese, portandolo a competere con simili grandi eventi italiani, avrebbe potuto farlo con uno schiocco di dita. Difatti, negli ottant’anni di continuo di governo incontrastato nel comune di Follonica, il centrosinistra ha dimostrato, quando veramente gli interessava, di riuscire ad ottenere, con l’aiuto dei soliti noti, ogni cosa. Anche quelle sopra la reale necessità della comunità follonichese come ad esempio il “grande capolavoro” dell’Ippodromo dei Pini: una cattedrale nel deserto. Ancora oggi simbolo dell’arroganza di quel sistema politico tipico del Pd, ma finalmente messo a tacere dalle urne del giugno scorso, quando i cittadini follonichesi hanno deciso di cambiare rotta e governo della città”.
“Come mai solo adesso il Partito Democratico si sveglia dal lungo letargo carnevalesco e parla della cittadella come una priorità. Davvero un bel mistero, poiché fin quando governava, per il Pd le priorità erano ben altre. A noi, comuni umani di centrodestra, rimane solo il dovere politico, ma soprattutto morale, di amministrare questa città. Cari amici del Pd, state pure tranquilli e sereni, e nonostante il ronzio delle solite vostre chiacchiere carnevalesche, a noi quello che interessa veramente, è tutelare il bene pubblico, e non gli interessi dei soliti amici”, conclude Agostino Ottaviani.