
GROSSETO – Grazie ad un composto chimico, sarebbe possibile realizzare pannelli fotovoltaici flessibili che producono energia elettrica. Sarebbe una svolta per le installazioni in ambienti non lineari e la portabilità e leggerezza, aumenterebbe a dismisura l’utilizzo dell’utente finale.
La vera rivoluzione, oltre alla leggerezza ed appunto alla flessibilità, è la quantità di energia prodotta dai nuovi pannelli in Perovskite. Circa il triplo nelle stesse dimensioni.
Tutto ciò però porterebbe ad una riflessione. Non molti mesi fa, è stato realizzato il più grande parco fotovoltaico al mondo con pannelli rigidi. Con questa soluzione avremmo la replica dello stesso in meno spazio e su qualsiasi struttura.
Ma quindi dovremmo sostituire già una tecnologia vecchia tra non molti anni? Soprattutto: dove accumuleremo tutta l’energia elettrica prodotta e quante batterie e ci serviranno? Sarà sempre più usato il Litio o forse è meglio trovare una soluzione anche su questo? Per favore: non ci incartiamo.