
GROSSETO – Da settimane, anzi da mesi le lavoratrici cercano di contattare l’azienda, ma le risposte non arrivano. Non arrivano neanche alla Filcams Cgil: dopo la pec del 18 novembre e ripetuti tentativi di contatto, agli uffici del sindacato l’azienda non ha mai risposto.
Così oggi, 13 dicembre, è arrivato lo sciopero. Le quattro lavoratrici iscritte Filcams che prestano servizio all’agenzia delle Entrate di Grosseto hanno incrociato le braccia. Con il loro contratto multiservizi, operano per l’azienda Savet (che ha sede a Monteriggioni), che ha in appalto il servizio di pulizie anche nella sede dell’agenzia in piazza Ferretti.
«Le lavoratrici scontano le conseguenze dell’assenteismo di un’azienda difficilmente reperibile anche via telefono o via mail per qualsiasi necessità – riferisce Maikol Ricci, funzionario della Filcams Cgil –. Come sindacato le stiamo supportando al massimo. Il 18 novembre abbiamo inviato come da prassi una Pec all’azienda. Non abbiamo avuto risposta. Sono seguiti numerosi tentativi di contatto, anche da parte delle lavoratrici, ma non c’è stato alcun riscontro. Così diviene veramente difficile trovare una soluzione. Lo sciopero era inevitabile».
Allo sciopero ha portato la propria solidarietà anche l’onorevole Pd Marco Simiani, che ha assicurato alle lavoratrici la volontà di contattare l’amministrazione di Monteriggioni e i vertici della Sacet in modo da trovare una soluzione nel più breve tempo possibile.
Le lavoratrici: «Non chiediamo stravolgimenti del contratto, ma solo di poter lavorare dignitosamente»
Le lavoratrici, che hanno in media età tra i 30 e i 45 anni hanno tutte una famiglia a cui dover provvedere, molte di loro anche un mutuo sulle spalle. 3 di loro hanno un contratto a tempo indeterminato ad accomunarle è anche la denunci di un carico di lavoro gravoso per le ore che gli effettivamente riconosciute. «Il personale dell’agenzia è aumentato nell’ultimo periodo – dice Sara, una delle lavoratrici – e a noi non vengono riconosciute le ore che servirebbero per prestare un servizio adeguato. Alle lavoratrici che hanno firmato questo nuovo contratto è stato fatto sottoscrivere l’accordo senza la presenza dei sindacati, con l’assicurazione che sarebbe migliorato tutto. Non è affatto migliorato qualcosa, le ore sottoscritte sono inferiori a quante ce ne erano prima sul contratto e il lavoro è aumentato».
«Non chiediamo grandi stravolgimenti – prosegue Erika – chiediamo che ci vengano riconosciute più ore, magari quante ce ne erano prima. E che ci venga fornito adeguato materiale per lavorare, sarebbe già un passo avanti».
Le lavoratrici infatti sono costrette a operare da settimane in condizioni al limite. «Alle lavoratrici manca il materiale per svolgere quotidianamente il loro servizio di pulizie – descrive Maikol Ricci- Non gli è stato fornito alcun vestiario idoneo neanche per renderle riconoscibili dagli operatori dell’Agenzia delle entrate. La Savet manca anche di fornire alle lavoratrici i dispositivi di protezione come mascherine e guanti. Una carenza che risulta particolarmente grave dato che sono chiamate anche a operare per togliere il guano dei piccioni».

L’aumento del carico del lavoro: la goccia che ha fatto traboccare il vaso
Il recente incremento del carico di lavoro è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Il numero del personale interno all’agenzia è cresciuto nell’ultimo periodo e questo necessita che le quattro addette lavorino per più tempo – precisa Ricci -. A loro però vengono riconosciute solo le ore stabilite da contratto. A questo va aggiunto che viene spesso chiesto loro di pulire gli uffici mentre il personale dell’agenzia sta lavorando. Il tutto anche con una costante carenza di prodotti per la pulizia».
«Dopo lo sciopero di oggi – conclude Ricci – ci auspichiamo che con l’azienda possa esserci un contatto serio e proficuo per la risoluzione di una problematica che affligge le lavoratrici da mesi e che necessita di essere risolta in tempi brevi».