
FOLLONICA – L’Urban center – presentato dal Comune di Follonica solo alcune settimane e fortemente voluto dal sindaco Matteo Buoncristiani – è già al lavoro per definire le prime proposte per ridisegnare la città in chiave più sostenibile: l’ultima riunione si è tenuta giovedì nella sede interna all’ex Ilva.
Due sono i piani di azione su cui agire: micro e macro, ovvero si lavora alla riqualificazione, recupero e efficientamento di piccoli tratti della città, anche in via sperimentale, così come di grandi aree. Le idee non mancano e presto si trasformeranno in progetti.
Massima attenzione – tanto per cominciare – sarà dedicata alla regimazione delle acque, così da far fronte a un problema molto sentito e più che mai attuale, quello degli allagamenti. In pratica si andrà ad abbassare l’andamento di cordoli e rotatorie delle strade, andando ad agire sotto anziché sopra. Stop alle strutture rialzate quindi, si punterà sulla raccolta delle acque creando – dove possibile – delle mini-vasche di contenimento e regimazione delle acque. Una soluzione che potrà riguardare le rotatorie, ma anche aree spartitraffico, e anche – per fare un altro esempio – i singoli spazi dove saranno messi a dimora nuovi alberi, che diventeranno anche spazio naturale di raccolta delle foglie.
Si agirà anche sul verde, tanto che a tal proposito è in corso la stesura di Linee guida e la creazione di mappature per pianificare gli interventi. In molti casi la vegetazione urbana di Follonica è datata e sbagliata per qualità. Si troveranno soluzioni alternative in termine di scelta delle piante, privilegiando – secondo i recenti modelli – specie che necessitano di minore cura e ricorrendo non al verde monospecie ma misto, alternando quindi vari tipi di alberi.
In entrambi i casi, sia per gli interventi stradali sia per quelli sul verde, si agirà inizialmente su piccole aree cittadine, aprendo piccoli cantieri facendoli diventare schede norma. In pratica la sperimentazione – dove funzionante – sarà poi applicata anche in altri punti della città, simili per caratteristiche.
Non manca la pianificazione anche sulle grandi aree, partendo – tra le altre – proprio dal futuro dell’ex Ilva, che sarà approfondito nelle prossime riunioni.