
GROSSETO – La Procura ha archiviato l’indagine che aveva portato, per mesi, le forze dell’ordine a cercare due cadaveri nel campo tra la ferrovia e via Giordania, dove si è stabilito da tempo Michele Rossi, da tutti conosciuto come Ape. La conferma dell’archiviazione arriva, oltre che dall’indagato, anche dal suo avvocato Giovanni Livio Sammatrice.
Le indagini erano partite nel maggio 2023, quando, con un dispiego di forze non indifferente (tra cani molecolari, elicotteri, droni e indagini satellitari), il campo fu scandagliato con ogni genere di mezzo meccanico tra i più sofisticati. Ben presto venne fuori che le ricerche riguardavano due cadaveri, e che sarebbero scaturite da una soffiata fatta alle forze dell’ordine.
«Ma non è andata così – racconta Ape -. Io credo che il tutto sia nato da una telefonata che io avevo fatto ad un amico».
«Avevo la sensazione che il mio telefono fosse sotto controllo. E così ho voluto fare una prova. Ho telefonato ad un amico, una persona seria, che ha anche un negozio. Ho raccontato che ero rientrato a casa e ci avevo trovato dentro due uomini, che li avevo uccisi e sotterrati nel campo dietro le roulotte. Lui probabilmente non mi ha creduto, ha pensato che scherzassi. Ed è finita lì. Dopo qualche giorno, il 10 di maggio, l’ho chiamato di nuovo e gli ho detto che era venuto un rumeno a lavorarmi il campo e aveva fatto emergere un teschio. Gli avevo dato 50 euro per zittirlo e avevo gettato il teschio. A quel punto il mio amico ha risposto che, se fosse stato vero, avrei dovuto costituirmi. Ho risposto che non ci pensavo proprio».
Dopo poco, secondo Ape, sarebbero scattate le indagini. «Evidentemente mi stavano ascoltando, ma ascoltare le telefonate della gente, se non ci sono motivi di indagini, è illegale, e quindi hanno tirato fuori il testimone, un uomo che però io non vedevo da oltre un anno; come può affermare di aver visto i corpi a casa mia? E sono andati a cercare proprio lì, nel punto preciso di cui avevo parlato nella telefonata».
Alla domanda se non sia più probabile che l’amico con cui ha parlato al telefono abbia avvertito lui le forze dell’ordine o ne abbia parlato magari con qualcuno, Ape nega decisamente: «Mi ha assicurato di no. E tra l’altro nessuno è mai andato a cercarlo e a chiedere conto di quanto detto in quelle telefonate. Anzi si è arrabbiato molto quando tutto è uscito fuori. Lui aveva preso tutto come uno scherzo e una volta partite le indagini mi ha detto “ora mi metti nei casini” e invece quelle telefonate mi hanno salvato».
«In realtà da tempo non mi danno pace, hanno cercato di non farmi lavorare, di mettermi i bastoni tra le ruote, da quando stavo in viale Sonnino prima e poi in via Giordania (tra l’altro mi ci aveva mandato il Comune), dove in teoria ci sarebbero coloro che lavorano negli spettacoli viaggianti ma in realtà è un campo Rom (hanno anche saldato le roulotte l’una all’altra), e ora qui, in un bosco a ridosso della ferrovia, dove non do fastidio a nessuno e posso fare il mio lavoro che è la manutenzione delle roulotte e delle auto d’epoca».
«È durata nove mesi, hanno speso 900 mila euro, ma adesso questa vicenda è finita. Mi aspetto ritorsioni – prosegue Michele Rossi – e spero non se la prendano con la mia compagna. Però visto che ora sono libero da questa indagine, ho deciso che mi candiderò a sindaco di Grosseto. “Ape sindaco per ripulire la città” potrebbe essere il mio slogan».
«Voglio riportare Grosseto ad essere una città tranquilla, come era prima: ogni tanto qualche scazzottata, ma tutto finiva lì. Si lasciavano le chiavi nella porta. Ora se lo fai te li ritrovi in casa; come è capitato a me nella roulotte, una volta che sono andato via due giorni. Al ritorno c’erano due marocchini che l’hanno devastata. Li ho rincorsi lungo la ferrovia con un bastone in mano e non sono più tornati. Voglio ripulire la città: il centro, la zona di via Roma, è piena di spacciatori, e da lì vanno tolti definitivamente. Alla stazione c’erano le prostitute ora ci sono gli spacciatori. Se vinco ripulisco anche la zona di via Giordania, tra auto e rifiuti abbandonati, e il campo Rom».
«Politicamente mi riconosco nella destra, ma questa amministrazione non mi piace. E non mi piacciono neppure gli estremismi. Non mi da fastidio il disgraziato che vende i fazzoletti a due euro, ma quelli che fanno venire mantenuti da noi. Penso che ai grossetani Ape sindaco potrebbe piacere. Mal che vada, non farò peggio di chi mi ha preceduto» conclude.