
GROSSETO – Una sentenza della Corte di Cassazione segnerà un punto di svolta per molti lavoratori in Italia. Grazie all’assistenza dell’Inca cgil di Grosseto e all’avvocato Paola Pippi (dello studio studio associato Pippi – Teglielli – De Martis) un lavoratore ha ottenuto il riconoscimento dell’Ape sociale dopo che l’Inps aveva inizialmente rigettato la sua richiesta.
Il caso
Il lavoratore, licenziato nel 2010, aveva raggiunto il requisito anagrafico dei 63 anni necessario per accedere all’Ape Sociale. Tuttavia, dopo aver percepito l’intera indennità di disoccupazione (Naspi), aveva accettato un contratto a termine di durata inferiore ai sei mesi. Questo elemento era stato utilizzato dall’INPS per negargli l’accesso all’Ape Sociale, sostenendo che il breve contratto avesse interrotto il suo stato di disoccupazione.
La sentenza che fa giurisprudenza
La Corte di Cassazione ha ribaltato questa interpretazione, dichiarando che il contratto a termine, per legge, è da considerarsi “neutro” ai fini del mantenimento dello stato di disoccupazione. In altre parole, accettare un contratto breve non può penalizzare un lavoratore nella richiesta dell’Ape Sociale. La Corte ha inoltre chiarito che le modifiche normative introdotte nel 2017 non alterano i diritti dei lavoratori già inclusi nella prestazione.
Un precedente per l’Italia
Questa vittoria rappresenta un precedente importante che potrà essere utilizzato da molti lavoratori in situazioni analoghe. L’avvocato Paolo Pippi, che ha seguito il caso, ha sottolineato l’importanza della sentenza: “Si tratta di un risultato significativo – dice il patronato – considerando che si tratta della prima sentenza emessa sul caso”
L’Inca Cgil di Grosseto si conferma un punto di riferimento per chi si trova a dover affrontare battaglie legali contro l’INPS. “Questa vittoria non è solo del singolo lavoratore, ma di tutti coloro che si trovano a dover far valere i propri diritti in situazioni simili,” ha dichiarato in patronato della CGIL.