
GROSSETO – C’è un diamante che vale più di ogni altro prezioso. È quello del campo da baseball che, quando Marco Mazzieri chiude gli occhi, ne saggia ancora i contorni. È lo stesso che dal 16 novembre guarda da presidente della Federazione italiana baseball e softball (Fibs).
Votato da rappresentanti, tecnici e atleti delle società a tutti i livelli (con un punteggio variabile a seconda del ruolo e del campionato dove la squadra gioca) Mazzieri ha catalizzato il 56,04% delle preferenze. Sarà il presidente Fibs per il quadriennio 2025-2028.
Lui e la squadra che ha scelto per la dirigenza si sono messi subito al lavoro. Solo una breve pausa in questi giorni: per la premiazione a New York come ambasciatore del Baseball da parte dell’Italian American baseball foundation, il 5 dicembre.
Marco Mazzieri: il baseball nel sangue e il numero 5 nel cuore
Gli amici Leo, Ulisse, Alessandro e gli altri, un po’ più grandicelli di lui, lo iniziarono a invitare alle loro partite di baseball davanti alle elementari di Roselle. E così Marco Mazzieri, nel 1972, si è avvicinato a questo sport, facendo da raccatta mazze per i suoi amici.
Poi iniziarono a comporre una squadra per partecipare al campionato e nel ‘74-75 arrivò la prima squadra giovanile di Roselle (già Polisportiva). «Lì iniziammo – racconta Mazzieri – e nel ‘79 approdammo nel campionato di serie B».
Non disdegnando di praticare anche il calcio, per anni ci ha giocato in inverno-primavera alternandolo al baseball in estate, con qualche eccezione se c’era da partecipare a partite importanti all’uno o all’altro sport. Lo spartiacque però rimane quello del 1978. «Avevo 16 anni – racconta – fui chiamato per un provino con la Fiorentina a Firenze, ma gli dissi che mi piaceva di più il baseball».
Con due genitori che lo hanno sempre supportato nelle scelte intraprese, la strada era tracciata. E quella che non lo era, Marco Mazzieri se l’è presa. Sia con la sua storica maglia numero 5, in onore a Joe di Maggio, sia come allenatore anche della Nazionale italiana baseball. Ha brillato da Roselle a Taiwan, da Rotterdam agli U.S.A, dal Canada alla Germania.
La sua carriera e i suoi risultati, sono scritti nella storia del baseball italiano e internazionale. Ora Mazzieri, è deciso a farne il futuro.
Baseball e giovani fanno rima se la guida è quella giusta
Alla domanda se a Grosseto sia facile o meno fare Baseball, Mazzieri scende nel particolare e punta l’interessa sui giovani. «Fare baseball a Grosseto non è difficile, dipende sempre dagli obiettivi che ti poni – racconta – Dopo aver allenato la nazionale nel 2017 mi ero ripromesso di coltivare il settore giovanile per restituire a questo gioco un po’ di quello che aveva dato a me. Condividendo il mio bagaglio di conoscenze con i più piccoli e con i giovani».
Così ha iniziato il percorso al CasaMora a Castiglione della Pescaia. Un campo lasciato a inizio 2024 per la corsa al ruolo di presidente FIbs e dove ha fatto anche il custode, chiudendo così la serie di ruoli rivestiti nel baseball (gli mancherebbe di fare solo l’arbitro). A Castiglione, il focus erano (e sono) appunto i giovani. «Volevamo costruire qualcosa aspirando a insegnare non solo baseball ma lo sport in generale – racconta – la filosofia di quel luogo non guarda se i ragazzi diventano poi bravi o meno a baseball. Puntavamo sul fatto che poi diverranno uomini, e la possibilità di incidere correttamente nella vita di qualcuno insegnando i giusti valori, insegnando qualcosa di positivo era per noi fondamentale. Il nostro obiettivo era quello di creare da oggi degli uomini migliori».
«Non sono mancate le soddisfazioni sportive e umane – dice Mazzieri – Per esempio, abbiamo avuto tanti ragazzi che a scuola presentavano deficit di attenzione, e con il baseball sono migliorati sia a sui banchi che con le relazioni sociali. Lo sport aiuta molto anche in questo senso, se lo si pratica e lo si insegna in modo giusto.
«Chi coltiva il settore giovanile non deve avere l’aspirazione del vincere a tutti i costi – prosegue – tutto deve fare fuorché avere solo quell’obiettivo. Deve, invece, trasmettere la passione e l’amore per lo sport».
Il futuro del Baseball
Dopo gli anni a Castiglione della Pescaia, ora Mazzieri guarda lo sport da un’altra angolazione. «Il ruolo di presidente mi era stato proposto anche quattro anni fa – ricorda – Ora ho deciso di dare il mio contributo. Non sono incline ai compromessi, ma tutti sapevano già dapprima che rivestissi la carica da presidente, che lo sarei stato solo rimanendo me stesso, altrimenti non avrei accettato alcun incarico».
Il fatto che Mazzieri venga dal campo da gioco e che abbia veramente rivestito tutte le mansioni tranne quella dell’arbitro, sicuramente rappresenta un valore aggiunto per tutta la federazione.
Se pensa al futuro del baseball in Italia, la visione si sposta lontano. «Credo che la cosa da far comprendere è che il Baseball è un mondo diverso con genitori diversi e appassionati diversi, che vanno al campo non solo per vedere una partita ma vogliono essere intrattenuti – precisa – Ogni evento sportivo ha bisogno di avere “a corredo” anche altro oltre allo sport. Credo che andando avanti, chi riesce a capire che il baseball in Italia necessita di eventi, avrà interpretato in chiave giusta questo sport. Chi lo capisce per primo migliorerà la propria situazione».
Al centro rimangono sempre i giovani. «Spendere nel settore giovanile non è un costo ma un valore aggiunto – rimarca Mazzieri – Negli ultimi 7 anni ho visto tanto talento nel settore giovanile. Probabilmente non siamo riusciti a svilupparlo molto, le poche vittorie anche in Europa dovrebbero farci riflettere. Ma il talento c’è».
Se dovesse dare un consiglio ai giovani che si avvicinano allo sport Mazzieri ha il tono dell’amico. «I giovani devono avere chiaro che qualsiasi sport va bene se fatto con la motivazione e la voglia giuste. A tutti loro, a qualsiasi livello, auguro di essere i migliori atleti che le loro caratteristiche fisico-mentali gli permettono di essere».
Al baseball, ovviamente, riserva uno spazio speciale. «Iniziare a fare e baseball in giovane età ti insegna veramente a essere anche un migliore essere umano – dice Mazzieri – La prestazione individuale viene inserita in un contesto collettivo. Hai a che fare continuamente con fallimenti occasionali e sei chiamato a decidere immediatamente la reazione da prendere, perché l’azione successiva potrebbe essere decisiva per la partita. Quell’errore deve essere visto come un’opportunità di crescita, come nella vita».
Si parla tanto e volentieri con Mazzieri, anche se non si conosce bene il baseball. La piccola hall of fame che circonda il suo ufficio a Grosseto è un piacere per gli occhi e per il cuore, intorno ai trofei luccica anche uno spirito di squadra e un attaccamento ai valori di questo sport che si muovono sullo sfondo come se volessero parlare.
Mazzieri, se deve dire un nome di un premio lo dice quasi sottovoce, non ci tiene a scandirlo bene, quasi come se lo nascondesse. Come se bearsene fosse l’ultimo dei suoi desideri. E forse è anche questo il segreto di Marco, guardare sempre avanti, imparare da dove si è caduti e cercare di reagire con una svolta positiva. Poi i risultati, piccoli o grandi che siano, arrivano. E non c’è affatto bisogno di gridarli.