GROSSETO – È scomparsa ieri Meri Fedi. È stata da subito un un punto di riferimento essenziale per le attività che l’allora Soprintendenza archeologica svolgeva nel territorio toscano e in particolare nella Maremma grossetana. Le esequie si terranno presso la chiesa parrocchiale della SS. Addolorata sabato 7 dicembre ore 15.
La sua preparazione universitaria, incentrata sulle scienze sociali, le ha inoltre consentito di sviluppare da subito interesse e sostegno nei confronti dei colleghi, dando la sua disponibilità alla rappresentanza sindacale e offrendo il suo supporto umano in più occasioni. Le sue attività si intensificarono durante la gestione del soprintendente Francesco Nicosia, quando divenne una prassi consueta effettuare sistematicamente l’archeologia preventiva, mediante la realizzazione di saggi stratigrafici dove erano state progettate opere pubbliche, assai prima che la verifica preventiva dell’interesse archeologico divenisse una legge dello Stato italiano.
Fedi è stata la persona che per decenni ha seguito queste attività di controllo, identificando attentamente quelle tracce del passato che consentono di recuperare la nostra storia e stabilendo nello stesso tempo un rapporto di reciproca fiducia e stima con i tecnici che si trovavano di volta in volta a gestire i principali interventi pubblici, dalla rete elettrica a quella idraulica o telefonica, dalla realizzazione dei nuovi assi stradali dell’Aurelia (con le sue cave di prestito in zone a rischio archeologico, ai piedi di Montebrandoli) e della Siena-Grosseto, quando fu individuata la villa di Nomadelfia, con i suoi preziosi intonaci, in quella che doveva essere la campagna urbanizzata intorno alla città di Roselle in piena età romana.
In occasioni analoghe furono individuate le strutture perimetrali della villa di Roselle Terme, dove la settecentesca casa Passerini si era a suo tempo impiantata sui solidi muri in opera reticolata di periodo romano; Fedi lavorò a lungo in questo contesto, insieme all’amata collega Giuliana Agricoli, anche lei scomparsa troppo presto e sempre rimpianta. Meri Fedi è stata presente a Roselle, in particolare sulle mura e nell’area delle basiliche romane sul fronte settentrionale del foro; a Orbetello, a lei e alla collega Maria Stella Colledan si deve il complesso riscontro inventariale di tutti i reperti esposti nel museo archeologico, riaperto un ventennio fa nella Polveriera Guzman; a Vetulonia: dove svolse fino a dieci anni fa un’attività estremamente variegata, che va dai saggi di indagine archeologica a costa murata e in loc.
Banditelle per recuperare altre tracce e vestigia dell’antica città etrusca in età ellenistica (III -I sec. a.C.), allo scavo, nel quartiere di Poggiarello Renzetti, della ‘Domus dei dolia’ (o ‘Casa degli orci’), la più grande casa etrusca ad oggi riportata in luce nell’abitato antico di Vetulonia, all’allestimento di mostre Archeologiche come quella del 2007 dedicata alle vie commerciali etrusche lungo l’Ombrone in età arcaica (VI sec. a.C.) nel museo civico archeologico Isidoro Falchi della stessa Vetulonia, fino all’allestimento della sezione tattile per ciechi e ipovedenti nello stesso museo di Vetulonia con oggetti autentici confiscati messi a disposizione dalla ex-soprintendenza Archeologica Toscana; ad Alberese e ovunque ci fosse necessità delle funzioni che la Soprintendenza era chiamata a svolgere come anche le ricognizioni a località Sassi Grossi di Roselle. Non si può dimenticare il suo accurato lavoro di verifica dei reperti in occasione dei lavori di allestimento del Museo Archeologico della Maremma, nella seconda metà degli anni Novanta, e la precisa amministrazione dei depositi dei materiali nei locali grossetani di via Inghilterra e in quelli di via Mazzini, dove anche i privati cittadini sapevano di poter trovare disponibilità e informazioni corrette.
Grosseto la ricorda presente sui cantieri cittadini, lungo le strade del centro o al Duomo, sempre riservata, ma molto professionale e attenta a ogni particolare, interessata fortemente a preservare i segni del passato, che costituiscono il vero e inimitabile patrimonio di questo territorio.