GROSSETO – Grosseto Città Aperta torna a interrogare il sindaco per avere risposte «sulle maleodoranze che da giorni stanno nuovamente investendo la città di Grosseto, verosimilmente prodotte dagli otto impianti di biogas che accerchiano il nostro abitato» affermano Carlo De Martis e Marilena Del Santo, Grosseto Città Aperta.
«Alla fine della scorsa consiliatura, nel luglio del 2021, Antonfrancesco Vivarelli Colonna si congratulava con se stesso per aver firmato un protocollo tra il Comune di Grosseto e i titolari degli impianti di biogas che, negli annunci del primo cittadino, avrebbe normato l’uso del biogas “al fine risolvere i problemi relativi agli odori. Evidentemente qualcosa non ha funzionato”».
«All’epoca fummo facili profeti nel criticare quel protocollo, che ci appariva nient’altro che un pannicello caldo. Troppo generico e del tutto inadeguato a incidere in misura significativa sulla intensità delle emissioni odorigene. D’altronde, di cosa stupirsi? Lo stesso sindaco – bontà sua – nell’occasione affermò pubblicamente che il nostro territorio ‘accetta’ questi odori nauseabondi, come quelli provocati dal trattamento della sansa delle olive negli impianti di biogas, perché ‘legati alle tradizioni’».
«Probabilmente li ‘accetta’ lui questi odori, non abitando come noi altri a Grosseto, e per questo forse non ha ancora compreso la dimensione del problema. O forse l’ha compresa, dato che di fronte non solo al malumore ma anche alle preoccupazioni per la salute manifestate dai cittadini si è trincerato dietro il più assoluto silenzio, omettendo anche di rispondere alle pressanti istanze del Comitato Aria Pulita» prosegue la nota dei consiglieri di opposizione.
«Oggi Grosseto Città Aperta ha dunque presentato un’interrogazione al sindaco ed agli assessori competenti attraverso i suoi consiglieri Carlo De Martis e Marilena Del Santo, che in questi anni già si sono fatti promotori di reiterate iniziative e interventi consiliari per sollecitare gli enti preposti, Comune in testa, a compiere quanto necessario per risolvere, una volta per tutte, questo problema» prosegue Grosseto città aperta.
«Chiediamo innanzitutto di sapere se quel protocollo siglato con i titolari degli impianti a biogas, per quanto blando, sia stato almeno rispettato e quali accertamenti ha eseguito il Comune, se ne ha eseguiti. Chiediamo di sapere se il sindaco ha dato esecuzione all’impegno formale che si era assunto, su istanza delle opposizioni, di verificare il rispetto delle prescrizioni rilasciate agli impianti di biogas con riferimento all’adozione di tutte le misure necessarie a prevenire disturbi legati alle maleodoranze».
«Chiediamo se l’amministrazione comunale intenda farsi carico degli oneri, stimati in 15.000 euro a impianto, per quel monitoraggio delle maleodoranze che era stato convenuto dal gruppo di lavoro costituito dallo stesso Comune, unitamente agli enti preposti, ai fini della valutazione della sostenibilità ambientale degli impianti e della individuazione delle soluzioni alla emissione delle maleodoranze» prosegue.
«Chiediamo di sapere se effettivamente il Comune, nei controlli eseguiti con Arpat e Azienda Usl, ha riscontrato in alcuni impianti la mancanza delle necessarie coperture sui digestati, raccomandando la realizzazione delle stesse e, in caso affermativo, se tali coperture sono state poi realizzate. Chiediamo, ancora, di sapere se sono state eseguite verifiche sul rispetto di quanto dichiarato dagli esercenti degli impianti, nei rispettivi Piani di utilizzazione agronomica, con riferimento alla distribuzione sui terreni del digestato. Sono tutte domande per le quali la cittadinanza ha diritto di ricevere una risposta, rapida e chiarificatrice. La problematica è senza dubbio complessa e coinvolge più enti, tra cui la Regione, ma questo certo non giustifica la politica dello struzzo sulla quale il sindaco di Grosseto pare essersi colpevolmente adagiato».