GROSSETO – “Ieri si è tenuto l’incontro annuale con la Provincia per discutere del dimensionamento scolastico, ovvero quali scuole si accorperanno e quali resteranno autonome (attenzione: accorpare delle scuole non è questione da poco perché vuol dire che qualcuno perderà il posto di lavoro!). Ha stupito l’assenza di molti dirigenti scolastici (ma poi si capirà che hanno fatto bene) e di quasi tutti gli amministratori dei comuni maremmani”. Così affronta l’argomento Cobas Scuola Grosseto dopo la riunione del 3 dicembre.
“Ci è stato raccontato – prosegue il sindacato – ciò che sapevamo già dai documenti che ci erano stati inviati nei giorni precedenti. E ci chiediamo: ‘Ci hanno chiamato solo per dire che loro hanno fatto la scelta migliore?’. Poiché nessuno è perfetto, nel corso della riunione abbiamo fatto alcune semplici osservazioni, che a noi parevano di buon senso, al decreto del presidente Limatola:
1. prevedere che un superiore deve avere due classi prime per istituire un nuovo indirizzo di studi vuol dire rendere impossibile (o quasi) farlo per qualunque scuola maremmana, ma soprattutto per quelle dei piccoli centri.
2. favorire l’ampliamento del tempo pieno nelle scuole primarie e medie che già lo hanno, vuol dire rendere più difficile la sua introduzione dove ancora non c’è
3. prevedere la formazione di classi in più in base all’ordine alfabetico delle scuole, e non in base al numero degli iscritti, è inqualificabile
4. prevedere che, per aprire un nuovo indirizzo di studi, le scuole superiori devono avere risorse da parte di “realtà economiche del territorio” vuol dire fare un passo verso la privatizzazione della scuola statale e favorire le scuole di territori più ricchi”.
“Ci viene risposto che la Provincia ha semplicemente applicato le norme degli Enti superiori. Norme che penalizzano il nostro territorio, ribadiamo noi – continua Cobas -. Sempre più stupiti, ci chiediamo che cosa ci stanno a fare i nostri rappresentanti politici se non per migliorare norme sbagliate o incomprensibili. Inoltre, apprendiamo che il decreto di Limatola è già stato emanato. E capiamo che bene hanno fatto molti dirigenti scolastici a disertare l’incontro, mentre si fa più chiara l’assenza degli amministratori locali. Soprattutto, riemerge la domanda: ‘Ci hanno chiamato solo per dire che hanno fatto la scelta migliore?'”.
“La risposta emerge positiva, in maniera prepotente – afferma Cobas -. Infatti, nemmeno provano a convincere gli astanti, che proprio loro hanno convocato, della giustezza del baratto che hanno già deciso nelle conferenze zonali, a porte chiuse, ovvero senza i rappresentanti dei lavoratori, forse con i dirigenti scolastici. Che, però, nulla hanno detto ai lavoratori. Eppure in uno dei documenti inviati dalla Provincia è scritto che i due Comprensivi di Follonica hanno deciso ‘di tornare ad essere l’unico istituto della città, per una questione di razionalizzazione delle risorse e per governare un processo che, stando al calo demografico costante, rischierebbe di venire imposto dall’alto negli anni futuri. In accordo con l’amministrazione comunale e attraverso processi di condivisione con il personale, gli istituti hanno deciso di procedere ad una fusione’. Ma il calo demografico, se non marginalmente, non riguarda Follonica, che da oltre 40 anni si mantiene sopra i 20mila abitanti – afferma il sindacato -. Inoltre, nessuno dei lavoratori di Follonica da noi interpellati è mai stato coinvolto in ‘processi di condivisione con il personale’. Forse, anche si tratta del loro posto di lavoro, saranno stati distratti”.
“Quindi, hanno deciso di barattare Follonica e Orbetello in cambio di Pitigliano e Santa Fiora. Ovvero, si mantiene l’autonomia di Pitigliano e di Santa Fiora per accorpare Follonica e Orbetello-Albinia. In più, ci convocano a scelte fatte e possiamo solo dire che hanno fatto la scelta migliore. Che, però, fa sorgere delle perplessità. Se nulla vi è da dire su Orbetello, non siamo certi che l’accorpamento di Follonica sia la scelta migliore”.
“Per diversi motivi – elenca ancora Cobas Scuola Grosseto -: le regole che, anche per il futuro, penalizzano il nostro territorio non sono nemmeno messe in discussione; si crea a Follonica un Istituto-Monstre di 1.500 studenti, 3mila genitori, oltre 200 unità di personale distribuiti su undici plessi, con una gestione a dir poco difficile; si ‘salvano’ Pitigliano e Santa Fiora, che però saranno difficilmente mantenibili già il prossimo anno, quando ci saranno da fare altri tagli; si accorpano due scuole in provincia di Grosseto, mentre a livello regionale le province di Arezzo, Livorno, Pisa e Prato non subiscono alcun taglio; questa scelta, secondo i nostri calcoli, determinerà la perdita a Follonica di otto posti tra il personale Ata e un numero ancora da definire tra il personale docente”.
“Le nostre proposte alternative? Non ci sono state chieste – conclude il sindacato -. Non ci riferiamo a nessun esponente politico in particolare, ma, in generale, a questa classe politica ricordiamo che il personale della scuola ha buona memoria, ma nessuno ricorda i nomi del ministro e del sottosegretario all’istruzione quando Renzi impose la legge della pessima scuola (L. 107/15). E Renzi stesso, dopo essere stato sconfitto da un sonoro no nel referendum costituzionale, oggi sembra un paria col quale nessuno vuole allearsi”.