MONTECRISTO – Montecristo è la più distante dalla terraferma fra le isole dell’Arcipelago Toscano. Nei decenni numerose e di varia natura sono state, e sono in corso, le attività di ricerca scientifica condotte sull’isola, con la partecipazione di prestigiose università e Istituti di ricerca. Il monitoraggio continuo delle componenti faunistiche e floristiche occupa inoltre un posto di assoluto rilievo fra i compiti della gestione dell’area protetta esercitata dagli uomini dell’Arma.
È il caso dell’approfondimento delle caratteristiche e della longevità dei plurisecolari alberi di leccio che troviamo negli alti versanti della Riserva, con i loro oltre nove secoli di età (datazione eseguita con metodi scientifici) o dello studio degli habitat di prioritario interesse per la conservazione che fanno di Montecristo un vero e proprio scrigno di biodiversità.
In questo ambito, ricercatori botanici delle Università di Siena e Firenze, in collaborazione con i Carabinieri per la Biodiversità di Follonica, stanno studiando la vegetazione rupicola dell’isola di Montecristo, di grande rilevanza conservazionistica poiché riferibile all’habitat di interesse comunitario “Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica (codice 8220)”.
Il progetto, coordinato dal professor Bruno Foggi, del Dipartimento di Biologia Vegetale dell’Università di Firenze, e dalla professoressa Claudia Angiolini, del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Siena, ha coinvolto i ricercatori Unisi, Leopoldo de Simone e Tiberio Fiaschi che, a inizio ottobre, sono stati in missione sull’isola utilizzando droni e GPS con precisione centimetrica per monitorare lo stato di conservazione dell’habitat e delle sue rare specie vegetali, alcune delle quali, come la Saxifraga montis-christi e lo Hieracium racemosum subsp. amideii, esclusive dell’isola.
Fondamentale, grazie alla partecipazione del comandante Giovanni Quilghini che ha sostenuto la ricerca sia nella fase progettuale che attuativa, il contributo al progetto del reparto carabinieri per la Biodiversità di Follonica, a cui è affidata la gestione di Montecristo in quanto Riserva naturale dello Stato. Sostanziale anche il ruolo del Brigadiere Ca. Q. S. Marco Landi e del Maresciallo Ord. Antonio Zoccola, esperti conoscitori di flora, vegetazione e habitat dell’isola, che hanno supportato le operazioni sul campo.