GROSSETO – «E’ un’accusa pesantissima quella lanciata dai consiglieri Vasellini e Bragaglia del gruppo consiliare ‘Vivarelli Colonna Sindaco’ contro lo stesso sindaco, alla guida di un’amministrazione comunale che – a loro dire – sarebbe coinvolta in un “sodalizio” con realtà del terzo settore ideologicamente connotate a sinistra, tale da configurare “una macchina ben oliata per canalizzare risorse e consenso politico”». Così si legge nella nota di Carlo De Martis, capogruppo di Grosseto Città Aperta.
«Il dito viene puntato contro la gestione del settore socio-sanitario, ma anche di altri ambiti strategici, che non premierebbe la bontà dei progetti né le competenze, a favore invece di “legami con soggetti che da anni operano per mantenere uno status quo politicizzato”».
«Al di là dei toni grotteschi del comunicato, infarcito di slogan macchiettistici come ‘prima gli italiani’, la questione è terribilmente seria, e sollecitiamo il sindaco ad uscire dal silenzio in cui si è trincerato chiarendo se le accuse che gli sono rivolte hanno un qualche fondamento».
«Le pubbliche amministrazioni devono per legge assegnare servizi ai privati attraverso procedure ad evidenza pubblica o, comunque, tali da garantire la competenza e l’idoneità del soggetto individuato».
«Affermare che nel comune di Grosseto ciò non avverrebbe – perché è questo che i consiglieri Vasellini e Bragaglia denunciano tra le righe ma, anzi, neppure poi tanto tra le righe – significa mettere in discussione la trasparenza, la correttezza e, in ultima istanza, la liceità dell’agire della nostra amministrazione comunale: dei suoi dirigenti, del suo segretario, dei suoi assessori, del suo sindaco».
«Se dispongono di elementi concreti, i consiglieri Vasellini e Bragaglia si rechino immediatamente presso la Procura della Repubblica a denunciare ciò di cui sono a conoscenza».
«Diversamente, vorrà dire che stiamo assistendo all’ennesimo capitolo della saga di questa maggioranza da operetta, in cui un giorno sì e l’altro pure c’è chi si sveglia per allargarsi l’orticello colpendo qualcuno dei propri (ormai ex) alleati. Nella più totale indifferenza verso gli interessi e i bisogni reali di una comunità sprofondata in tutte le classifiche sulla qualità della vita, ma anche più assoluta indifferenza per le prerogative del sindaco, ridotto al rango di spettatore passivo».
«In effetti per Vivarelli Colonna ogni giorno ha la sua pena. A volte pure due. La denuncia di Vasellini e Bragaglia arriva infatti nello stesso giorno di un consiglio comunale gettato nel caos dalle pesanti assenze tra le fila di Fratelli d’Italia che avevano fatto venir meno il numero legale nella maggioranza, mettendo a rischio l’approvazione delle delibere di giunta».
«A questo giro nel bersaglio è finito più di un assessore, se si pensa che alla rete delle cooperative si affidano, opportunamente, l’assessore Agresti per l’erogazione dei servizi culturali, l’assessora Amante per l’erogazione dei servizi educativi, l’assessore Megale per l’accoglienza turistica e l’assessora Vazzano per l’erogazione dei servizi socio-sanitari. Tutti, dovendo stare alle parole di Vasellini e Bragaglia, evidentemente conniventi di questo fantomatico sodalizio con un “sistema cooperativistico ideologicamente formattato dalla sinistra”».
«Un attacco, quello di Vasellini e Bragaglia, particolarmente pesante nei confronti del sindaco, considerato che il punto nevralgico della loro denuncia è quel settore socio-sanitario di cui Vivarelli Colonna ha una straordinaria responsabilità in veste di Presidente del COeSO-Società della salute».
«In tale veste, guardacaso proprio in queste settimane Vivarelli Colonna sta incontrando tutte quelle realtà del terzo settore – associazioni, cooperative e imprese sociali – che forniscono al COeSO, e dunque alla nostra intera comunità, il loro importante contributo. Ebbene, dobbiamo immaginare che siano quelle le realtà nel mirino del duo Vasellini-Bragaglia? Sarebbe interessante se fossero più espliciti nel lanciare certe accuse, assumendosene la piena responsabilità».
«Così come sarebbe interessante capire di quale idea di amministrazione della cosa pubblica vogliono farsi portatori, specie nel delicato ambito socio-sanitario, quando invocano “nuove gestioni più ambiziose”. Pensiamo di non sbagliare se interpretiamo un simile linguaggio con la volontà, d’altronde coerente con le politiche della destra, di spingere ulteriormente su processi di privatizzazione dei servizi di assistenza a scapito del sistema pubblico e, quel che più grave, a scapito di tutti quei cittadini che non possono permettersi una rete sanitaria e assistenziale privata».