SEGGIANO – L’obiettivo del progetto “Muradica”, finanziato dai fondi Leader del Gal Far Maremma con la sottomisura 16.2 del Psr della Regione Toscana, è quello di creare una soluzione versatile, economica e a basso impatto energetico, capace di integrare elementi vegetali (es. rampicanti) per mitigare l’impatto visivo dell’edificio e armonizzarlo con il paesaggio. Il prototipo prevede l’uso di sistemi di sostegno verticali e orizzontali per favorire la crescita delle piante e coprire le parti architettoniche che disturbano l’unità del paesaggio.
Il progetto, nato dalla collaborazione tra Comune di Seggiano, Università della Tuscia – Dafne, Vivai Moscatelli, Roggi S.r.l./Certema, studio architettonico “Spazi consonanti” e Studio Agricis, mira a sviluppare un prototipo per la “ricucitura paesaggistica” di edifici che risultano visivamente dissonanti nelle aree rurali. Il caso di studio scelto è l’edificio degli Ex magazzini comunali a Seggiano, situato vicino al borgo medievale e considerato una costruzione esteticamente invasiva nel contesto paesaggistico circostante.
Questo percorso verrà presentato alla popolazione giovedì 28 dalle ore 15 alle ore 17:30 presso la sala ex Crocina a Seggiano. Sarà l’occasione per far conoscere Muradica e per far comprendere come questa esperienza possa essere utile anche ad altre realtà amiatine.
«Il progetto è particolarmente complesso – spiega Giovanni Alessandri, coordinatore del progetto – in quanto l’edificio comunale su cui sarà sperimentata una parte di copertura verde non è più in linea con le funzioni attuali, soprattutto dal punto di vista estetico e paesaggistico ed anche perché da magazzino comunale si sta trasformando in un polo culturale rurale (sala convegni con orti urbani ed oliveta secolare-parco). Pertanto, la sfida è quella di renderlo compatibile con il contesto attuale creando una barriera ecodinamica, ovvero che risponda ai ritmi naturali del territorio».
«Nelle grandi città si parla da tempo di pareti verdi, di involucri sostenibili, di case e grattacieli green, ma le esperienze sono ancora molto poche, soprattutto se devono rispondere a criteri di economicità e di bassi input energetici. Sul territorio rurale, poi, il dibattito e le sperimentazioni sono quasi assenti, proprio per la complessità delle strutture da attuare e delle soluzioni da adottare. Muradica è quindi un inizio ed un bel banco di prova per il nostro territorio».