GROSSETO – Un’importante operazione coordinata dalla Procura di Grosseto ha portato all’arresto di cinque persone, quattro donne e un uomo, accusate di sfruttamento della prostituzione. L’indagine, avviata mesi fa, è stata condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Grosseto con il supporto del Nas di Livorno. Dopo un lungo lavoro investigativo, che ha incluso intercettazioni e appostamenti, ieri mattina è scattato il blitz. La città è stata sorvolata dall’elicottero dei carabinieri, che ha seguito le operazioni dall’alto.
Le indagini
Le indagini erano partite nel 2023, nel corso di una più ampia attività di monitoraggio e controllo di centri estetici nel capoluogo in seguito ad alcune notizie su “anomale” pratiche di massaggi orientali svolte da ragazze in tre fondi commerciali, risultati poi adibiti a vere e proprie “case di appuntamento”.
I clienti, tutti uomini, dopo aver visionato sul web alcuni siti nei quali erano pubblicizzati annunci relativi a prestazioni sessuali, con riproduzioni fotografiche di ragazze orientali in foto di nudo esplicito, contattavano i numeri di telefono delle inserzioni per conoscere le modalità di accesso ai locali e le tariffe per le varie prestazioni.
Gli arresti e le accuse
Le cinque persone arrestate, tutte di origine orientale, sono state sottoposte a un’ordinanza di custodia cautelare e ora si trovano a disposizione della magistratura. Secondo le autorità, le accuse riguardano la gestione di un giro di prostituzione che coinvolgeva donne orientali, impiegate in appartamenti trasformati in luoghi di appuntamenti sessuali.
L’indagine, tuttavia, non si è conclusa con gli arresti. Sono infatti otto le persone indagate a vario titolo, tra cui un residente di Grosseto. Gli inquirenti stanno cercando di chiarire se le donne coinvolte facevano parte di un’organizzazione più ampia e come siano arrivate in città.
I luoghi e il modus operandi
I carabinieri hanno identificato tre appartamenti a Grosseto, usati come case di appuntamento. Le donne pubblicizzavano le loro prestazioni sessuali su siti di incontri, dove fornivano numeri di telefono per fissare appuntamenti con i clienti. Durante l’operazione, questi appartamenti sono stati posti sotto sequestro e sigillati.
Le indagini proseguono per definire i dettagli dell’organizzazione e accertare eventuali ulteriori responsabilità, in quello che appare come un sistema ben strutturato e radicato nel territorio.
Gli indagati
In particolare è emersa la figura di un uomo, risultato avere un ruolo di primario rilievo nell’attività di prostituzione oggetto di indagine, poiché lo stesso, utilizzando l’identità di un’altra persona, aveva provveduto: all’apertura di “case d’appuntamento” a Grosseto, qui spostando l’illegale attività dopo essere stato in passato colpito da inchieste analoghe nella provincia di Siena;
al pagamento di numerosi canoni di locazione di quei siti; al pagamento di cospicue somme di denaro in favore delle società gestrici dei siti internet, sui quali venivano pubblicizzati gli annunci delle prestazioni sessuali dei tre centri; a tenere numerosi contatti telefonici con le utenze in uso alle gestrici delle “case di appuntamento”, apparendo un punto di riferimento trainante nella conduzione dell’attività di prostituzione.
In ciascuno dei tre centri attenzionati vi erano quattro donne, rivelatesi autentiche maitresse (destinatarie del provvedimento custodiale) deputate al “presidio” in modo pressoché costante del sito, a ricevere le telefonate dei clienti a cui venivano fornite precise indicazioni sulle modalità di accesso, ad accoglierli al momento del loro arrivo, a prendere in consegna direttamente dal cliente o per il tramite della prostituta le somme corrisposte per le prestazioni sessuali, a reclutare le singole prostitute.
Altre tre persone, di sesso maschile, sono indagate in stato di libertà per il loro apporto di agevolazione all’attività di prostituzione svolta nei centri, concretizzatosi in sostegni logistici e trasferimenti nelle case d’appuntamento delle prostitute.