GROSSETO – «Prendere in giro i sindacati significa farsi beffa di lavoratrici e lavoratori», esordisce così Salvatore Gallotta per la Fp Cgil Grosseto.
«Veniamo accusati come Fp Cgil e Uil Fpl di non aver firmato la pre-intesa sul rinnovo dei contratti pubblici delle funzioni centrali, per “partito preso”. Sia chiaro che lo facciamo perché non ci è stata data neanche la possibilità di trattarlo completamente, nel rispetto di chi lavora, di chi paga le tasse e per garantire un giusto servizio ai cittadini. Una volta convocati, il governo ha dimostrato volontà di non trattare e per questo lo sciopero generale proclamato per il 29 novembre è affare di tutte e tutti. I conti che ha divulgato il governo sono uno specchio per le allodole, propaganda che si scontrerà inevitabilmente con la realtà dei fatti».
Al centro della protesta non c’è solo un aumento di retribuzione che non supera la curva dell’inflazione (+5,78% contro il +16,5% dei rincari). Ma anche tante altre misure che il governo sta sbandierando come “innovative” e promuovendo tramite mezzi di comunicazione.
«Vogliamo parlare della settimana lavorativa da quattro giorni? – dice Gallotta con tono interrogativo – Così l’Italia non si allinea a misure simili intraprese dagli altri paesi europei che hanno ridotto l’orario non toccando il salario. Per i quattro giorni a settimana all’italiana, per le funzioni centrali, i lavoratori saranno costretti a fare 9:30 al giorno. Il monte ore settimanali (36) non verrà intaccato, sarà tutto a discrezione dell’amministrazione e ci sarà la decurtazione di ferie e permessi, nonché grossi e disagi e problematiche per organizzare i servizi al pubblico. Con operatori che già oggi soffrono per garantire le aperture ai cittadini. E la Cgil dovrebbe firmare questa “innovazione”?»
«Anche sugli aumenti sbandierati i dipendenti pubblici dovranno fare molta attenzione – prosegue Gallotta – Parte di quelli previsti, infatti, sono già stati corrisposti con gli acconti. Alla fine resteranno circa 40 euro».
La Fp Cgil sostiene che le risorse già disponibili per i prossimi contratti collettivi possono essere destinate ad aumentare l’impianto normativo e salariale già in questo contratto che si appresta al rinnovo. «Purtroppo però – prosegue Gallotta – non ci sono arrivate risposte adeguate sul salario, sulla carriera, sulla valorizzazione professionale e sul miglioramento ed efficientamento dei servizi. Non potevamo firmare una pre-intesa che equivale a un arretramento per le lavoratrici e i lavoratori delle funzioni centrali».
«Questa prima sigla del contratto – dice Gallotta – impoverisce i lavoratori delle funzioni centrali, a seguire, chiaramente con le medesime modalità vi è il rischio che si colpisca le funzioni locali e i lavoratori della sanità. Per poi continuare anche i dipendenti privati. Visto che il datore di lavoro pubblico, lo Stato, non valorizza i propri dipendenti, perché le aziende private dovrebbero sentirsela di andare controcorrente?».
«Invito tutti i lavoratori ad aderire allo sciopero generale del 29 novembre – conclude Gallotta – Uno sciopero che vuole cambiare un Ddl bilancio che riduce il welfare universalistico, gli investimenti e i servizi pubblici, risorse alla sanità e alla scuola. Invito tutti i dipendenti pubblici a interessarsi al loro futuro, soprattutto i giovani».