«Questa firma – spiega Cristoforo Russo, che nella segreteria della funzione pubblica si occupa degli enti locali – ci consente di portare a casa un risultato molto positivo per la stragrande maggioranza dei dipendenti del Comune di Grosseto. L’accordo trovato sulla nostra proposta, infatti, consentirà entro il triennio 2024-2026 di garantire la progressione orizzontale, che all’interno della stessa area funzionale comporta uno scatto stipendiale, al 94% dei lavoratori. Parallelamente nello stesso periodo le risorse destinate al premio di produttività sì ridurranno a un quarto di quelle attuali. La proposta alternativa di Cisl avrebbe comportato la progressione orizzontale solo per il 60% dei dipendenti, comunque con una riduzione del 50% del fondo per la produttività».
«Questa scelta è stata fatta sulla base di un ragionamento molto concreto: estendere al più vasto numero di dipendenti possibile un aumento della voce dello stipendio “fissa e ricorrente” negli anni, come la progressione orizzontale. Che, diversamente dal fondo per la produttività, non potrà in futuro essere intaccata dall’eventuale riduzione della spesa pubblica. Non solo, tale soluzione consentirà attraverso la rotazione di premiare sia i giovani neoassunti, sia coloro che negli ultimi anni erano rimasti esclusi dalle progressioni orizzontali. Con quasi il 100% dei dipendenti del Comune di Grosseto che in tre anni vedranno uno scatto dello stipendio all’interno della propria area funzionale. Fra l’altro, nel corso dei quattro mesi di trattativa, abbiamo tenuto più di una assemblea con il personale per metterlo al corrente dei risultati di volta in volta ottenuti in delegazione trattante, arrivando alla piena condivisione della scelta finale da parte dei lavoratori. Non abbiamo condiviso la proposta avanzata da Cisl, che non ha firmato il contratto integrativo, per il motivo semplice che secondo le proiezioni solo il 60% dei lavoratori avrebbe avuto progressioni orizzontali, con una riduzione delle risorse per la produttività del 50%».
Russo, poi, risponde direttamente alla Cisl che ha invitato Cgil a sottoscrivere il rinnovo del contratto collettivo nazionale del pubblico impiego.
«Noi contestiamo la proposta del governo di incrementare del 5,7% gli stipendi dei lavoratori pubblici, quando veniamo da un’inflazione nell’ultimo triennio del 18% – chiarisce il sindacalista della Cgil – Il precedente contratto che abbiamo sottoscritto, anche se garantiva un incremento degli stipendi non esaltante, assicurava comunque che questo fosse superiore all’inflazione. Il 29 novembre, pertanto, saremo in piazza per lo sciopero generale perché riteniamo inaccettabile una proposta che fa recuperare potere d’acquisto appena per un terzo dell’inflazione già certificata dall’Istat. E perché riteniamo inaccettabile che il governo proponga un turnover al 75% del personale che andrà in pensione. Ognuno è libero di rappresentare gli interessi dei lavoratori nel modo che ritiene più opportuno. Noi siamo convinti che la coerenza delle posizioni della Cgil e della Uil saranno ripagate in termini di fiducia da parte di chi lavora. D’altra parte, lo stiamo già constatando».