PITIGLIANO – Pitigliano, conosciuta anche come la Piccola Gerusalemme, sede dell’omonima diocesi nel sud della Toscana, il 28 e 29 ottobre ha ospitato il sesto convegno internazionale «Le porte del Mediterraneo. Pellegrinaggi di popoli», co-organizzato dalle conferenze episcopali italiana e toscana con i rispettivi responsabili per il dialogo, don Giuliano Savina e la professoressa Luisa Locorotondo, e il dipartimento di architettura dell’Università di Firenze, con la professoressa Cecilia Luschi e il suo team di ricercatori.
Importanti anche i patrocini del pontificio Dicastero per la cultura e l’educazione, la Regione Toscana, la Cei, il Comune di Pitigliano e l’Issr della Toscana. Nei due giorni si è imposto un parterre di indubbio spessore, con – tra gli altri – Franco Cardini, il giornalista e scrittore Wlodek Goldkorn, il Rabbino Capo di Firenze Gadi Piperno, Mohammed el- Harchaoui rappresentante della Confederazione islamica italiana e Halima Erika Rubbo della comunità religiosa islamica italiana, la professoressa Elisabetta Boaretto, scienziata italiana dell’istituto Weitzmann di Israele, la professoressa Roberta Lapucci nota storica dell’arte, il dottor Maurizio Certini della Fondazione Giorgio La Pira, la professoressa Francesca Romana Stasolla della Sapienza che dirige gli scavi nel Santo Sepolcro a Gerusalemme.
Molto apprezzati i due collegamenti online da Gerusalemme di P. Ibrahim Faltas e di don Piot Zelawsko, vicario patriarcale del cardinale Pizzaballa. Sono stati anche recapitati i saluti e l’augurio di buon lavoro dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e del ministro Antonio Tajani.
Le presenze che si sono fatte notare di più, benché distintamente e senza un incontro formale, sono state quelle dell’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede Yaron Sideman e del Primo segretario dell’ambasciata dello Stato di Palestina presso la Santa Sede Jehad Farraj, ufficialmente inviato a Pitigliano dall’ambasciatore Issa Kassissieh.
Di particolare significato il dono di Certini (Fondazione La Pira) all’ambasciatore Sideman dello scambio di lettere risalente al 1973 tra Giorgio La Pira e Ben Gurion. Per due giorni la suggestiva cittadina del tufo è diventata ancora protagonista del dialogo, luogo e meta di una sorta di pellegrinaggio di popoli, culture e religioni. Un contributo non scontato alla speranza che accompagnerà l’imminente Giubileo. Tra i molteplici contributi e riflessioni degli ospiti, ne emergono con forza alcuni. Stimolare il recupero dell’attenzione verso quell’«omphalos», verso l’ombelico del mondo, ed anche per valorizzare il Mediterraneo come culla di religioni, storia, scambi economici e culturali, percorsi di pace e di progresso. Oggi l’immagine del naufragio appare forse quella che meglio lo rappresenta, ma il Mediterraneo è stato prima di tutto il grembo che ha generato filosofia, matematica, scienza e il pensare credente. Il tema dell’emergenza educativa è stato molto forte. Solo la scuola può garantire un clima di serena speranza e fiducia nel futuro e nell’altro; clima che spesso non si manifesta dentro le famiglie e nei gruppi, dove invece c’è il pericolo di trasmettere sentimenti di rancore, che a loro volta vanno ad alimentare reazioni conseguenti e a far crescere le nuove generazioni come facili prede per continuare a spargere semi di odio e violenza a più livelli. Emergenza che tocca proprio i bambini di Gaza, Libano e anche Israele. In questo clima attuale proteggerli ed educarli dovrebbe essere la scelta prioritaria per uscire dalle spirali del fumo tossico, più che delle bombe, dell’odio e del rancore. «Una terra paradigma di dialogo», dove con «terra» non si intende Israele o la Palestina politiche, ma il luogo umano comune di vita, dove tutti si dovrebbero sentire a casa e dove tutti dovrebbero convergere. In fondo la persona umana, l’altro, la terra, la casa, la fede sono i veri luoghi santi, i veri santuari inviolabili.
A questo proposito il dipartimento di architettura dell’Università di Firenze ha elaborato e donato al Patriarcato latino di Gerusalemme, che gestisce parrocchia e scuola a Gaza, un progetto per costruire un centro educativo; una scuola dove non solo si va a studiare e imparare materie, ma dove si potrà anche crescere in umanità, cultura e nel desiderio di futuro. Inoltre, come è emerso da alcuni relatori, è fondamentale fare anche buon uso della memoria. Non come strumento di difesa del proprio passato da difendere nel presente, ma come presa di coscienza del presente quale punto di partenza necessario per ricostruire un futuro diverso. Arroccarsi sulle posizioni, per esempio, del «chi c’era prima» e di «chi è venuto dopo», costituisce la vera causa di stalli e incomprensioni, per non dire di guerre. Il convegno si è concluso con l’incontro interreligioso, la preghiera e il messaggio di pace che ne è scaturito. Un simbolico pellegrinaggio ha toccato i tre santuari delle tre religioni abramitiche: la cattedrale, la sinagoga e un luogo per la preghiera musulmana.
Il cammino si è concluso nel Palazzo Orsini con la recita di passi significativi dei testi sacri alle tre religioni con cui si invoca la pace, seguita dalle considerazioni finali della professoressa Locorotondo e del vescovo di Pitigliano monsignor Roncari.