RISPESCIA – “Gli eventi meteo estremi che in queste ore hanno colpito nuovamente il Paese ci ricordano che l’Italia non deve perdere altro tempo. Il Paese paga lo scotto di troppi ritardi su lotta alla crisi climatica, strategie di adattamento e mitigazione, transizione ecologica. Si stanzino subito le risorse economiche necessarie per attuare il Piano Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, il PNACC, approvato nel dicembre 2023, e che permetterebbero la realizzazione delle 361 azioni previste dal documento. Inoltre, il Paese deve accelerare il passo verso una transizione, incentrata su lotta alla crisi climatica, economia circolare, mobilità sostenibile e innovazione produttiva, che ha già prodotto oltre 3 milioni di posti di lavoro. È questa la direzione che l’Italia deve seguire con coraggio e determinazione, abbattendo al tempo stesso quegli ostacoli che oggi ne frenano lo sviluppo, per moltiplicare i benefici occupazionali, contrastando le tante fake news che portano solo disinformazione e altri ritardi”.
Con queste parole Legambiente lancia oggi il suo appello al Governo Meloni, e lo fa da Rispescia, dal cuore della Maremma, in occasione della giornata conclusiva della sua XXIII Assemblea nazionale dei circoli che ha visto dal 18 al 20 ottobre riuniti nel grossetano oltre 500 volontari e volontarie di circoli e regionali provenienti dal nord al sud della Penisola. Il primo pensiero dell’associazione va alle zone colpite in queste ore dalla forte alluvione e dagli eventi meteo estremi che stanno colpendo su più fronti la Penisola.
“A dieci mesi dall’approvazione del PNACC – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – devono essere ancora stanziate le risorse economiche per attuare gli interventi previsti. Un ritardo inspiegabile mentre l’Italia continua ad andare “sott’acqua” e dove a rimetterci in termini di danni economici e anche perdite di vite umane sono persone, comunità e imprese. Al Governo Meloni chiediamo che vengano stanziate subito le risorse necessarie e che il Paese prenda la giusta rotta per colmare i grandi ritardi che riguardano, in primis, la lotta alla crisi climatica e l’accelerazione della transizione ecologica. L’Italia deve credere nel green deal europeo, deve investire in prevenzione e strategie di adattamento al clima, e accelerare nella transizione ecologica, oggi ancora troppo ostacolata e frenata da ritardi normativi, burocrazia, autorizzazioni lente, fake news, sindromi Nimby e Nimto che rallentano la riconversione ambientale dei territori. Il Paese deve, inoltre, abbandonare ogni visione miope e distorta legata a fonti inquinanti e obsolete come gas, petrolio e nucleare. Gli oltre 100 cantieri, tra storie e buone pratiche, che abbiamo visitato e mappato in un anno e mezzo e che stiamo continuando a raccontare con la nostra campagna itinerante ‘I cantieri della transizione ecologica’ – continua Ciafani – ben testimoniano il grande fermento e la rivoluzione che è già in atto nel Paese. Dalle storie di chi punta sull’economia circolare a chi è in prima linea per decarbonizzare i grandi impianti industriali energivori, da chi punta su agrivoltaico e rinnovabili, a chi lavora per la rigenerazione urbana, solo per citarne qualcuna. È questa l’Italia che va nella giusta direzione”.
Infine, da Rispescia, Legambiente lancia anche un secondo messaggio, riassunto nello striscione: “Ambiente è lavoro”, ricordando i 3,2 milioni di posti di lavoro “verdi” attivi in Italia, secondo i dati di Fondazione Symbola e Unioncamere. Temi su cui le volontarie e i volontari di Legambiente si sono confrontati in questi tre giorni, parlando anche dell’importanza del ruolo del volontariato e dell’attivismo anche in vista del secondo Congresso dell’Alliance of European Voluntary Service Organisations in programma dal 21 al 27 ottobre sempre a Rispescia, subito dopo l’Assemblea dei Circoli.