
SCARLINO – «Come auspicavamo la conferenza dei servizi ha dato il via libera all’autorizzazione integrata ambientale per la discarica definitiva nelll’ex bacino fanghi Solmine».
A dichiararlo Fabrizio Dazzi, segretario della Filctem, e Riccardo Tosi, membro della Rsu Venator e della segreteria provinciale della Cgil.
«Abbiamo apprezzato il fatto che la Regione Toscana sia riuscita a garantire la conclusione dell’iter autorizzatorio (Paur) in poco meno di sei mesi dal momento della presentazione della richiesta da parte dell’azienda».
«Ora il sito produttivo di Scarlino ha le condizioni per tornare operativo in tempi molto brevi e riavviare la produzione del biossido di titanio. A Montioni e nelle aree a piede di fabbrica, infatti, ci sono ancora alcune decine di migliaia di metri cubi residui disponibili per gli stoccaggi dei gessi rossi, che possono essere sfruttate mentre verrà predisposta la nuova discarica. A questo punto, quindi, Venator deve fare chiarezza rispetto alla reale volontà di riprendere l’estrazione del biossido di titanio, inserendo subito il sito produttivo di Scarlino nei propri programmi produttivi per il 2025».
«Le maestranze sono ferme dal luglio del 2023, e in cassa integrazione dal febbraio di quest’anno, per cui hanno fatto la loro parte fino in fondo. Riprendere la produzione velocemente, infine, consentirà progressivamente di riassorbire i lavoratori impiegati nelle aziende subappaltatrici dell’indotto, i lavoratori nelle quali hanno pagato il prezzo più salato di questa lunga crisi».
Esprime soddisfazione anche la Femca Cisl Siena Grosseto, per l’ottenimento dell’Aia, l’autorizzazione ambientale integrata, da parte di Venator relativamente alla discarica interna.
«Siamo soddisfatti per l’esito di questo percorso – dicono dalla Femca Cisl – per l’impegno che l’azienda ha portato avanti per ottenere questo risultato, per il lavoro fatto dai nostri delegati della Rsu aziendale Andrea Comin ed Emanuele Cascioli e per i lavoratori, che possono sperare in una risoluzione positiva rispetto allo stallo che stanno, da troppo, vivendo. Chiaramente l’autorizzazione, da sola, non basta a rassicurarci sul futuro dei lavoratori, ma speriamo che sia un primo segnale ad indicare la ripresa della produzione».
«Nelle prossime settimane ci auguriamo di avere novità anche rispetto al mercato – aggiunge Gian Luca Fè, segretario generale di Femca Cisl Grosseto – per avere dei volumi di produzione che consentano effettivamente di rimettere in moto gli impianti e di riprendere con l’attività dell’impianto».
«Siamo finalmente soddisfatti di aver aggiunto un tassello importante alla vertenza Venator, ossia la concessione da parte della Regione dell’autorizzazione integrata ambientale relativamente al progetto di discarica permanente nell’ex bacino fanghi Solmine – afferma poi Roberto Bocci, segretario Provinciale della Ugl Chimici Grosseto-Siena e Rsu-Rlssa Venator -. Come già affermato in altre occasioni, ottenere questa autorizzazione il più velocemente possibile era indispensabile per poter progettare il futuro dello stabilimento, sappiamo che certamente non è l’unico passo necessario, ma senza di questo non potevamo nemmeno parlare di speranza in una ripresa delle attività».
«Ormai è quasi un anno che la gran parte dei Lavoratori della Venator sono in cassa integrazione a zero ore – continua Bocci – per non parlare di quelli delle ditte appaltatrici che molto spesso non hanno avuto nemmeno diritto agli ammortizzatori sociali. Sappiamo che, sebbene il mercato sia ancora in una fase di stagnazione e le previsioni stimano una ripresa a partire dal 2025, i dazi imposti dalla Commissione Europea sui prodotti provenienti dalla Cina hanno iniziato a dare qualche effetto anche se molto flebile. È per questo che chiediamo alla Venator di affidare qualche produzione al sito di Scarlino, soprattutto per quelle famiglie che durante questa profonda crisi hanno fatto enormi sacrifici. La strada adesso ha preso una certa direzione. È il momento che tutte queste aspettative siano trasformate in concreta realtà e l’azienda possa finalmente riaccendere i forni di calcinazione nel più breve tempo possibile»
Daniele Barometri, anch’egli Rsu-Rlssa Venator Ugl Venator, continua: «Oggi abbiamo fissato un punto ben preciso: c’è una reale possibilità di ripartenza. Adesso toccherà alla società ricollocare Scarlino nei suoi piani produttivi e decidere quali strategie attuare per riprendere la produzione di biossido di titanio. Noi crediamo che le opportunità e le maestranze necessarie per ripartire ci siano, basta che ce ne sia data l’opportunità dalla casa madre».
Soddisfatto anche il deputato grossetano Fabrizio Rossi, componente Commissione ambiente della Camera: «Un passo fondamentale che di fatto sblocca l’impasse che si era creata e aveva portato, da circa un anno, al blocco totale della produzione della fabbrica leader europea nella produzione per il biossido di titanio. Adesso, che non ci saranno più impedimenti per non tornare a produrre, toccherà alla Venator e ai suoi vertici decidere. Pertanto – conclude Rossi – ci auguriamo di rivedere in poco tempo le linee produttive di nuovo attive, dopo che le autorizzazioni permanenti allo stoccaggio dei gessi sono finalmente arrivate, così da dare risposte concrete e un futuro agli oltre 220 dipendenti, dei quali circa la metà sono in cassa integrazione a zero ore da quasi un anno».
Sull’argomento è intervenuto anche Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio: «L’Autorizzazione integrata ambientale per per i gessi rossi è un risultato significativo raggiunto grazie all’impegno della Regione Toscana. E’ ora necessario che il governo si attivi concretamente affinché vi siano i presupposti per salvaguardare produzione e posti di lavoro dell’azienda Venator. Mi riferisco in particolare all’intervento in sede comunitaria per estendere i dazi sul biossido di titanio importato dalla Cina per almeno cinque anni e garantire la Cassa Integrazione Straordinaria per i lavoratori dell’azienda fino ad una reale ed efficace azione delle procedure antidumping».