AMIATA – Come commercializzare le Castagne Igp del Monte Amiata nel modo più sostenibile possibile e renderle riconoscibili? Come creare un packaging utilizzando i residui della coltivazione delle castagne, come ricci, bucce e foglie? Questi, in generale, sono gli obiettivi del progetto Chebapack, con capofila la Cooperativa Produttori Castanicoli Amiatini – PRO-CA.AM. guidata dal presidente Lorenzo Fazzi, i cui risultati verranno presentati giovedì 10 dalle ore 9:30 a Castel del Piano, negli spazi di Palazzo Nerucci.
Chebapack ha visto la partecipazione di più attori, ognuno con compiti precisi e particolareggiati. Oltre alla Cooperativa Produttori Castanicoli Amiatini (PRO-CA.AM.) in prima linea ci sono l’associazione per la Valorizzazione della Castagna del Monte Amiata IGP e l’Azienda Agricola di Francesco Monaci come interlocutori agricoli e castanicoli e fornitori di materiale primario. Partner scientifico del progetto è il team del Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia dell’Università degli Studi di Siena, guidato da Annalisa Santucci, Michela Geminiani e Tommaso Olmastroni che si sono occupati della sperimentazione e produzione di carte e prototipi e della realizzazione di biofilamenti stampati in 3D. Certema invece si è occupata della realizzazione del compensato di ricci, che può trovare innumerevoli usi.
«Il progetto è nato per risolvere alcune problematiche, tra cui quella del basso reddito dei castanicoltori, a seguito di cambiamenti climatici e delle malattie e patologie che riducono la produzione, alle cure colturali costose e poco sostenibili (si continua a bruciare i residui colturali) e al prodotto, in particolare quello IGP, non valorizzato in modo adeguato e non distinguibile da quello ordinario» ricorda Giovanni Alessandri, tecnico coordinatore di Chebapack.
I risultati sono stati incoraggianti e aprono una nuova strada per quanto riguarda la commercializzazione della Castagna IGP dell’Amiata. Grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia dell’Università degli Studi di Siena e con il Laboratorio Multidisciplinare Certema di Borgo Santa Rita, Cinigiano, è stato possibile creare alcuni prototipi di packaging per le castagne e i prodotti trasformati molto interessanti, completamente ricavati dalle bucce e dai ricci di castagne. Si tratta di una scodella in compensato, cestini e scatole autoassemblanti in carta resistente, e fili e filamenti realizzati con stampanti 3D, tutti elementi creati da ricci macinati e dalle bucce del frutto più importante dell’autunno amiatino.
«È questo un primo passo importante verso un nuovo ed attuale percorso di economia circolare che la castagna amiatina può fare in termini di commercializzazione e di rispetto dell’ambiente – conclude Roberto Ulivieri, presidente dell’associazione per la valorizzazione della castagna del Monte Amiata -. Come nella migliore tradizione contadina, di cui i partecipanti castanicoli del progetto sono figli, si è cercato di non buttare via nulla, ma di dare fondo alla possibilità di recuperare e riutilizzare elementi naturali, altrimenti non utilizzati o dispersi».
Alla fine del convegno sarà inaugurato alla presenza della sindaca Cinzia Pieraccini, un percorso innovativo legato al benessere forestale all’interno del castagneto di Mirco Fazzi in Loc. Bimboli. Il percorso di ”castaneoterapia”, unico nel suo genere, è stato ideato dal castanicoltore Mirco Fazzi di Castel del Piano con il supporto tecnico dell’architetto Tommaso Pallari e di Giovanni Alessandri.