CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Lutto nel ciclismo: è morto lo storico costruttore di biciclette, Irio Tommasini.
“Burianese doc”, Tommasini aveva 91 anni ed era famoso in tutto il mondo per la sua azienda grossetana in via Nepal che fabbrica bici da corsa su misura.
Due anni fa l’amministrazione comunale di Castiglione della Pescaia gli aveva conferito la cittadinanza onoraria per aver esportato in tutto il mondo, oltre alle bici, il nome e le bellezze di luoghi come Buriano, dove è nato, ma anche di Castiglione della Pescaia e della Maremma compiendo un importante ruolo promozionale.
Il cordoglio dell’amministrazione comunale
«Irio era un vero “burianese doc” – afferma il sindaco – e ha portato il nome della nostra terra nel mondo attraverso la sua maestria artigianale nella costruzione di biciclette su misura. Con la sua azienda, rinomata per l’eccellenza e l’innovazione, ha contribuito a far conoscere la Maremma e Castiglione della Pescaia agli appassionati di ciclismo di tutto il mondo. A nome dell’Amministrazione comunale e di tutta la comunità di Castiglione della Pescaia, esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia di Irio. Il suo contributo non sarà mai dimenticato e il suo legame con Buriano e Castiglione della Pescaia vivrà per sempre nel cuore di tutti noi. Riposa in pace, caro Irio».
Irio Tommasini e la sua passione per le bici
In un’intervista nel 2022 l’allora 89enne aveva raccontato com’è nata la sua passione.
«Ho scoperto il ciclismo a Varazze nel 1946 al passaggio della più bella corsa del mondo, la Milano Sanremo, ed è rimasta vivida nella mia mente l’immagine di Coppi che usciva dalla curva del Grand hotel tutto solo. La prima bici tipo corsa molto vecchia, fu un regalo davvero ambito e con quella incominciarono le mie prime pedalate assieme agli amici, ma anche il mio lavoro di meccanico, smontando, controllando e rimontando tutti i pezzi. Nel 1948 i miei zii aprirono un negozio di biciclette ed io, felicissimo, dopo la scuola iniziai presso di loro quello che per me è il lavoro più bello del mondo. Nel 1956 sono stato per un periodo a Milano, alla Fuchs, dove ho conosciuto Faliero Masi, meccanico della squadra Nivea Fuchs (Capitano Fiorenzo Magni) e noto costruttore di bici da corsa. Forse perché entrambi Toscani, ma si instaurò tra di noi un buon rapporto ed i suoi suggerimenti in futuro mi furono di grande aiuto. Alla fine degli anni 60 sono finalmente riuscito ad incontrare quello che sapevo essere il costruttore dei telai di quasi tutti i più importanti corridori del tempo, Giuseppe Pelà. Abitava a Torino ma, come lui stesso ci tenne a specificare, era nato alle porte di Grosseto e dopo poco ci sembrava di conoscerci da sempre, di essere come parenti. Tante volte sono andato nel suo laboratorio e lì ho imparato le sue tecniche di costruzione e nel 1972 ho rilevato la sua azienda. Da quel momento in poi la mia produzione di telai è aumentata in modo consistente e la rete di vendita si è estesa sia in Italia che all’estero. Sono passati tanti anni, i tempi ed il ciclismo stesso sono cambiati, ma l’amore e la passione per questo sport sono rimasti immutati».