GROSSETO – “La siccità o le piogge intense negli ultimi 20 anni hanno provocato danni per l’agricoltura italiana per oltre 30 miliardi di euro, problemi rispetto ai quali sono necessari interventi da progettare, pianificare e programmare nei tempi giusti. Non possiamo sempre e solo riportare sul tavolo la questione nel momento in cui si presenta la crisi.” Attilio Tocchi, presidente di Confagricoltura Grosseto, e Claudio Capecchi, presidente di Cia Grosseto, che insieme a Paola Tamanti di Confedilizia hanno dato vita alla lista “Insieme per il Territorio”, impegnata nelle prossime elezioni al Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, si muovono controcorrente, per richiamare l’attenzione su concetti già da tempo manifestati dalle loro associazioni.
“Il mondo agricolo – affermano – e non solo, ha bisogno di certezze, senza le quali si lavora costantemente in emergenza. Nonostante si paventi da anni la necessità di rivedere completamente la questione idrica, una volta passata l’acme del momento, puntualmente, si procrastina la cosa, preferendo gridare alla calamità naturale.”
Sono molte le domande su cui Tocchi e Capecchi si soffermano. “Abbiamo davvero operato nel verso del risparmio idrico? Abbiamo messo in campo sistemi produttivi per migliorare la gestione delle acque? Abbiamo realizzato impianti irrigui e una politica diversa nell’utilizzo di sementi capaci di subire in misura minore lo stress idrico? Una volta superata l’emergenza di turno, siamo abituati a tirare sempre avanti fino alla prossima difficoltà, non capendo che questo mette in pericolo il comparto agricolo, turistico e l’intera collettività che ha bisogno di certezze”.
“Secondo noi le emergenze – proseguono – non si affrontano con le emergenze, ma con le “3P”; programmazione, pianificazione e progettazione. Siamo tutti bravi a dire che manca l’acqua, ma nessuno si è mai mosso per creare invasi a monte per regimare le acque o pensare a un sistema irriguo strutturato. Per questa ragione – concludono i due presidenti – è giunto il momento che i Consorzi di Bonifica modifichino la loro mission e diventino gestori del sistema idrogeologico ed irriguo. Loro possono essere lo strumento attraverso il quale giungere a una politica di gestione della risorsa a 360 gradi, capace di rispondere a momenti siccitosi o a quelli dove invece le precipitazioni sono troppo abbondanti. Una situazione eccezionale richiede interventi di altrettanto eccezionale portata e senza un suolo fertile, resiliente e in salute non c’è vita”.