GROSSETO – Grande emozione per la schiusa delle uova di Caretta caretta che sta avvenendo proprio in queste notti, sulla spiaggia di Cala Rossa, naturale prosecuzione di quella di Collelungo nel Parco della Maremma.
Sul luogo, nei momenti delle emersioni, erano presenti alcuni volontari Amici del Parco e alcuni studenti dell’Università di Siena che avvisano costantemente la veterinaria, Chiara Caruso, in qualità di referente per l’Ente Parco e per il progetto Life Turtlenest di Legambiente per l’area sud.
“La nidificazione – dichiarano dal Parco – era stata scoperta il 4 luglio scorso da tre studentesse dell’Università di Siena, volontarie del gruppo “Amici del Parco”. Da allora, il nido è stato messo in sicurezza e monitorato regolarmente per prevenire eventuali disturbi antropici o predazione da parte di animali selvatici presenti nel parco. Dopo circa 53 giorni di incubazione, i primi piccoli hanno iniziato ad emergere (circa una trentina fino ad oggi), offrendo uno spettacolo naturale emozionante e unico”.
“L’intero processo è stato attentamente monitorato a partire dal 17 agosto, giorno in cui si è formato un avvallamento sulla superficie della sabbia (così detto “cratere”); subito i guardiaparco del Parco della Maremma hanno attivato la rete dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità (Otb) e Legambiente, che coordina il progetto europeo Life Turtlenest, di cui anche Arpat è partner. Da quel sabato, infatti, è iniziato un monitoraggio h24 portato avanti dai volontari degli Amici del Parco e dagli studenti dell’Università di Siena”.
La sorveglianza del nido continuerà fino all’emersione degli ultimi tartarughini, assicurando che tutti i piccoli possano raggiungere il mare in sicurezza. Dopo cinque-sette giorni in cui non si verificheranno più nascite si procederà ad effettuare lo scavo del nido per stabilire l’esatto numero di uova deposte e censire tutto il materiale presente: eventuali uova non schiuse, gusci, piccoli morti o ancora in vita.
“Grazie al progetto Life Turtlenest, il Parco della Maremma è stato recentemente insignito del riconoscimento di ‘Area Protetta Amica delle Tartarughe Marine’ – conclude il Parco -. Questo riconoscimento, frutto di un protocollo d’intesa, impegna l’Ente a svolgere una serie di azioni concrete a tutela di questa specie, la cui presenza è sempre più diffusa nei nostri mari probabilmente anche a causa dell’aumento delle temperature, che sta spingendo queste tartarughe, parte di una popolazione sicuramente in espansione, verso la porzione nord-occidentale del Mediterraneo”.
Nella galleria alcuni momenti catturati nelle foto di Federico Santini.