
FOLLONICA – «Il canale alla foce del Canale Cervia è, da oltre trent’anni, sede del circolo nautico Protemare che riunisce oltre 100 soci che lì ormeggiano le loro imbarcazioni» raccontano da Protemare. «Siamo un’associazione volontaristica senza scopo di lucro, che oltre a fornire un ormeggio sicuro, si incarica della pulizia e della navigabilità del canale, facendosi carico delle spese, cui provvedono i soci attraverso il pagamento della quota associativa. Una realtà come tante in Toscana».
«Nei giorni scorsi è stata finalmente rimossa la barra di sabbia che ostruiva il passaggio delle imbarcazioni. A dire il vero si erano già avute difficoltà negli anni scorsi, ma la crisi pesante si è presentata lo scorso autunno, quando forti mareggiate hanno ammassato nel tratto finale della foce un enorme accumulo di posidonia oceanica, ostruendolo completamente per decine di metri, causando anche morie di pesce dovute al mancato ricambio d’acqua».
«L’abbondanza di posidonia spiaggiata non è un evento negativo, anzi, testimonia la salute del nostro mare, il problema diventa la sua rimozione una volta spiaggiata, che è regolata da leggi e regolamenti, talvolta non chiari e aggiungiamo anche da costi non indifferenti» prosegue la nota.
«Nel nostro caso per ottenere i permessi necessari, nonostante l’assistenza di uno studio professionale di grande esperienza che ha progettato e seguito tutto l’iter autorizzativo, sono occorsi oltre quattro mesi; il motivo? L’interpretazione di un comma in un articolo della legge che nessuno riusciva chiarire; alla fine un intervento chiarificatore dell’Arpat a cui vanno i nostri ringraziamenti, ha permesso di sbloccare l’impasse creatasi e dare il via ai lavori per liberare la foce».
«La posidonia è stata interrata in un tratto di spiaggia sottoposto ad erosione, contribuendo così alla difesa dell’arenile nella piena ottica dell’economia circolare. Il tutto a spese del circolo Protemare. Ma a volte il diavolo ci mette lo zampino, dopo poche settimane altre forti mareggiate hanno accumulato un banco di sabbia sul tratto finale della foce, niente di paragonabile al precedente accumulo di posidonia, solo 40 – 50 cm di spessore per pochi metri di lunghezza, ma sufficiente ad impedire il transito dei natanti, specie con la bassa marea».
«Per rimuovere questo piccolo accumulo, che ha richiesto poco meno di tre ore di intervento di un escavatore, sono occorsi quasi due mesi di tempo per il progetto, le analisi, le autorizzazioni ecc… Va da sé che se la Protemare fosse stata una piccola impresa avrebbe dovuto cessare l’attività non potendo garantire gli ormeggi in tempi ragionevoli agli utenti, con una perdita economica e occupazionale» continua Protemare.
«Il punto dolente, va detto con chiarezza, non sta sempre nella lentezza della burocrazia, anzi, se siamo riusciti a liberare la foce entro la metà di luglio lo dobbiamo alla collaborazione, la rapidità e la disponibilità dei dirigenti e dei funzionari del Genio Civile e del Comune di Follonica che hanno capito le nostre difficoltà».
«Il problema sta negli iter burocratici complessi e farraginosi a volte scollegati dalla realtà, che richiedono tempo, procedure, analisi e progetti anche per problemi di piccola entità. Il paradosso che si crea è che per movimentare poche decine di metri cubi di sedimenti si deve avviare la medesima procedura utilizzata per spostarne diverse migliaia» continua ancora.
«E’ necessario quindi snellire questi processi e renderli facilmente gestibili, stabilendo delle procedure chiare e semplici, ma soprattutto proporzionate alle reali esigenze; diversamente, nel breve periodo, la vita dei piccoli approdi e della piccola nautica di valenza sociale nella nostra regione, tra alti costi e iter burocratici impossibili, sarà sempre più difficile e per qualche realtà si può delineare la definitiva chiusura».