GROSSETO – Giovedì 18 luglio si è tenuto anche a Grosseto lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale (Tpl) con l’astensione dal lavoro dei dipendenti di Autolinee Toscane nella fascia oraria 18-22. Lo sciopero aveva il doppio obiettivo di rivendicare il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto a dicembre 2023, e di chiedere al governo di finanziare in modo adeguato il Fondo nazionale dei trasporti.
«All’astensione dal lavoro ha aderito poco meno del 50% del personale dipendente di Autolinee Toscane, che in provincia di Grosseto è composto da circa 280 persone – spiega Alberto Allegrini, rappresentante del Tpl nella segreteria provinciale della Filt Cgil di Grosseto –. Considerati i tempi che corrono, caratterizzati da difficoltà economiche diffuse e dalla scarsa partecipazione, può essere considerato un buon risultato. Anche tenendo conto del fatto che era il primo sciopero per il rinnovo del contratto scaduto nel dicembre dello scorso anno».
«Tuttavia, la Cgil non ha mai ragionato nella logica del “chi si accontenta gode”, e per questo motivo auspica una maggiore partecipazione da parte dei lavoratori alle lotte sindacali senza le quali i diritti vengono progressivamente smantellati, con una diluizione nel tempo delle garanzie e delle retribuzioni».
«In provincia di Grosseto – aggiunge Allegrini, che lavora come autista per Autolinee Toscane – Filt Cgil rappresenta da sola un terzo dei dipendenti dell’azienda di trasporti ed ha il polso quotidiano della situazione su un territorio notoriamente problematico per il trasporto pubblico locale. Perché caratterizzato da una estesissima rete viaria e da piccole comunità diffuse su un territorio molto grande. Condizioni che aggravano un quadro nazionale già molto complicato, che sta alla base della mobilitazione unitaria con le altre sigle sindacali per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Rispetto al quale le organizzazioni rappresentative delle aziende del Tpl hanno avuto finora un atteggiamento intransigente e dilatorio. Un atteggiamento sinceramente poco comprensibile, considerati i problemi in campo. Il nostro settore, infatti, è sempre meno attrattivo dal punto di vista lavorativo come dimostra la grandissima carenza di personale. Le aziende del Tpl fanno molta fatica a trovare persone da assumere, autolinee Toscana ha dovuto costituire una propria Academy di formazione, e negli ultimi anni si comincia ad assiste al fenomeno mai visto finora delle dimissioni volontarie».
Un’emorragia di personale dovuta al deterioramento delle condizioni lavorative e retributive. «Le retribuzioni del settore sono decisamente basse rispetto al livello di responsabilità, professionalità e attenzione che invece vengono richiesti ai lavoratori e alle lavoratrici del settore – afferma Allegrini – e per questo la piattaforma comprende la richiesta di aumenti retributivi in linea con la perdita di poter acquisto causata dall’impennata dell’inflazione negli ultimi anni. Parallelamente chiediamo anche migliori condizioni in termini d’impegno di lavoro. Che è cosa diversa dall’orario di lavoro settimanale. Poiché, se l’orario di lavoro settimanale di un autoferrotranviere è di circa 39 ore, l’impegno lavorativo raggiunge picchi molto più alti, con turnazioni che arrivano anche a 15 ore giornaliere. Proiettando queste 15 ore sui sei giorni della settimana lavorativa, si capisce bene che l’impegno lavorativo cresce a livello esponenziale rispetto all’orario definito. Situazione che si verifica molto spesso in provincia di Grosseto, proprio per le sue caratteristiche peculiari».
«I prossimi mesi – conclude Allegrini – saranno determinanti per ottenere un rinnovo equilibrato del contratto collettivo di lavoro, con aumenti salariali adeguati alla perdita del potere d’acquisto e revisione dell’organizzazione del lavoro che tenga conto anche della conciliazione fra i tempi di vita e quelli di lavoro, oltre che garanzie su salute e sicurezza. Per questo mi auguro vivamente che i lavoratori del trasporto pubblico locale che operano in Maremma e sull’Amiata sostengano il sindacato nella sua lotta per l’emancipazione di tutti».