GROSSETO – “Ormai non è più un segreto per nessuno. Il Documento unico di programmazione dell’amministrazione Vivarelli, ossia quel documento che delinea la visione dell’azione amministrativa, è subalterno al poltronificio. Tutto si muove in funzione delle poltrone e dell’ampiezza dei sederi che le occupano”. Questo il duro attacco del consigliere comunale Giacomo Gori del Movimento 5 stelle.
“Se l’amministrazione comunale non si ferma, è merito invece della squadra dei dipendenti pubblici che lavorano sodo, tutti i giorni, per garantire i servizi ai cittadini. I grossetani devono essergli grati – prosegue Gori -. Non ricordo una consiliatura così ricca di cambi di casacca, di gruppi consiliari, di cambiamento di schieramenti, doppi, tripli. Chi più ne ha, più ne metta. Ormai i ricatti e le pressioni per ottenere di più, sempre di più, si fanno alla luce del sole, senza più nessuna inibizione. La famiglia aumenta e conseguentemente si pretende di più. ‘Quella poltrona adesso spetta a noi’, è la frase più in voga del momento. E si pronuncia senza nessun imbarazzo, senza nessuna vergogna”.
“Lo diciamo da un pezzo – afferma il capogruppo dei 5 stelle -: la malapolitica ormai è stata normalizzata da una cattiva consuetudine e nessuno ci fa più caso, a tal punto che viene considerata del tutto normale. È normale che un candidato al consiglio comunale che prenda più voti, anziché rispettare il volere di chi lo ha votato e fare il consigliere comunale, vada in giunta a fare l’assessore; perché è normale che il candidato sindaco dichiari pubblicamente prima del voto che entreranno in giunta coloro che prenderanno più voti. Non i più capaci, non i più meritevoli”.
“È normale pertanto che un organo non elettivo e con retribuzioni molto alte come la Giunta, sia composta seguendo il criterio del numero di voti ricevuti per andare in consiglio comunale, che a differenza della Giunta è invece un organo elettivo – dice Gori -. È normale che se i candidati che hanno preso più voti tradiscono i propri elettori andando in giunta, lascino il posto a quei candidati che non sarebbero dovuti entrare in Consiglio a rappresentare i cittadini. È tutto normale. Anche il ricatto al primo cittadino è normale. Fa audience, fa story, fa reel! Per la cronaca: durante le elezioni del 2016, il M5s lanciò un bando pubblico per la composizione della squadra degli assessori; squadra che presentò alla città 20 giorni prima delle elezioni, unici in Italia a farlo”.
“Arrivarono una quarantina di candidature con allegati curricula, da urlo. Se avessimo vinto noi, tutto ciò che oggi è normale, sarebbe stato anormale e, piuttosto che pensare ai ricatti, avremmo pensato a lavorare, insieme ai dipendenti pubblici, per il bene dei cittadini e dell’ambiente, per risolvere i loro problemi, non quelli di uno o più rappresentanti di partiti e liste, preoccupati di non avere il giusto numero di poltrone – conclude Gori -. Purtroppo, per noi è normale vedere un modello di buona amministrazione solo nei sogni, mentre loro non si sognano mai di chiedere scusa o di vergognarsi un po’”.