GROSSETO – Davanti a un incidente così grave, i residenti, addolorati, abbandonano ogni riserva. La morte del motociclista 67enne residente a Firenze, ieri 14 giugno, sulla Castiglionese poco prima del ponte sull’emissario San Rocco, ha scosso tutti. In particolare tutte quelle persone che, di ritorno alle proprie abitazioni, si sono trovate in attesa di poter passare con le proprie auto. Persone che, purtroppo, non è la prima volta che si trovano in coda davanti a un incidente.
«Non sappiamo più come fare – dice un uomo sceso dall’auto e accorso vicino al luogo dell’impatto – Abito qui vicino oramai da più di 15 anni e non conto più quanti incidenti sono avvenuti in questo tratto di strada. Questo è particolarmente grave, ci dispiace tantissimo quanto successo».
«Quando ho saputo che questa volta è morta una persona, ho anche temuto per i miei cari – dice l’uomo – perché la casa dove abito è proprio lungo strada come le altre qui davanti, le auto sfrecciano a velocità inaudita, ho una moglie e un figlio, e ho pensato potesse essere successo qualcosa a qualcuno di loro. Purtroppo visto l’andamento degli ultimi anni, ho davvero temuto il peggio anche per la mia famiglia».
L’uomo non è il solo ad aver paura che qualche grave incidente possa accadere di nuovo in quel tratto di strada. In coda c’è anche un gruppo di giovani, che uscito dalle proprie auto, discute animatamente su quanto sia pericoloso tornare a casa. «Abito poco più avanti, per andare a casa devo fare quell’incrocio laggiù – dice uno dei ragazzi indicando in direzione Castiglione della Pescaia – Con la vegetazione e gli alberi lungo la strada, praticamente chi affronta l’incrocio per immettersi in strada spesso lo fa cosciente di non vedere nulla, ci si accorge solo all’ultimo se c’è un’auto o una moto in arrivo. E alle velocità che solitamente arrivano, si deve essere sia attenti che fortunati».
Alla poca visibilità, si unisce la non osservanza delle regole. «Qui le auto viaggiano come fosse un autodromo – aggiunge un altro residente – Vedono il rettilineo e poco importa se c’è la linea continua, i sorpassi ad alta velocità sono all’ordine del giorno. Come possiamo sentirci al sicuro?».
«Andare al lavoro con il pensiero che nel prossimo incidente davanti a casa, anche solo per aver messo solo un piede fuori dal cancello, possa esserci coinvolto qualcuno della mia famiglia, non è facile – conclude il residente – credo che questo tratto di strada meriti un’illuminazione ad hoc oppure qualche sistema come un autovelox. Qualcosa, insomma, che scoraggi gli automobilisti a premere troppo sull’acceleratore e che faccia vedere bene la strada. Purtroppo i fatti parlano chiaro, non servono altre tragedie per prendere provvedimenti, non devono accadere più».