GROSSETO – Le Sezioni Anpi “Carla Nespolo” ed “Elvio Palazzoli” di Grosseto promuovono congiuntamente anche quest’anno la commemorazione della strage di San Leopoldo, avvenuta a ridosso della Liberazione del capoluogo maremmano il 12 giugno 1944 per mano degli occupanti nazisti.
La cerimonia avrà luogo alle 17:30 di mercoledì 12 giugno alla Fiumara di san Leopoldo, in località Casotto dei Pescatori, presso il casello idraulico dove avvenne l’eccidio di sei civili inermi: Luigi e Livio Botarelli, padre e figlio che abitavano in un podere nei pressi del casello, Fortunato Falzini, responsabile dell’opera idraulica, Olga e Giancarlo Lari, madre e figlio di soli 16 anni lì sfollati, e Romana Madioni.
Tutti furono uccisi con la brutale ferocia tipica degli oppressori nazifascisti. La verità dei fatti, per omissioni e reticenze, non fu mai stata accertata in via definitiva dalla magistratura. Gli abitanti della frazione hanno posto un cippo in ricordo delle sei vittime e l’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea ha collocato una targa che ricorda i fatti storicamente accertati.
Le due sezioni cittadine dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia ritengono necessario ricordare i martiri laddove caddero, nel luogo in cui i loro concittadini e le famiglie dei loro discendenti hanno voluto fissarne la memoria scolpendola nella pietra: «Ancora una volta, nell’ottantesimo anniversario di quella strage insensata – spiegano Daniela Castiglione e Romeo Carusi, presidenti delle Sezioni Anpi “Carla Nespolo” ed “Elvio Palazzoli” – vogliamo ricordare al Comune di Grosseto l’impegno assunto diversi anni fa a restaurare il rudere del casello idraulico per restituirlo alla collettività trasformandolo in un luogo perpetuo della memoria e per rammentare – concludono i presidenti delle Sezioni Anpi della città di Grosseto – come fascismo e nazismo, regimi violenti responsabili di una guerra scellerata e terribile, si macchiarono di una lunga serie di stragi, condotte anche ai danni di civili inermi, che hanno insanguinato e segnato la nostra terra in maniera indelebile».