
PITIGLIANO – Venerdì 7 giugno ricorre l’80° anniversario del bombardamento di Pitigliano, avvenuto il 7 giugno 1944, quando il paese fu colpito dagli aerei alleati che sganciarono vari ordini da 500 libbre avendo come obiettivo il ponte sul torrente Meleta. Purtroppo, alcune bombe caddero però anche sul centro abitato, provocando distruzione e morte. Persero la vita 79 persone e molte altre rimasero ferite. Si tratta senza dubbio di una delle pagine più drammatiche della storia del paese.
Per ricordare questo doloroso evento, venerdì 7 giugno, alle 9, si terrà la santa messa in cattedrale. Seguirà alle 10 la commemorazione presso l’area delle Macerie alla presenza del sindaco, delle autorità locali, degli studenti e dei rappresentati delle associazioni e degli istituti scolastici del territorio.
La giornata proseguirà alle 18 con la presentazione del libro finanziato dal Comune di Pitigliano dal titolo “L’apocalisse del 7 giugno 1944” edito da Le Strade Bianche di Stampa Alternativa. Si tratta di un progetto editoriale, che nasce da un’idea di Marcello Baraghini, con la collaborazione di Claudio Scaia, che ha voluto pubblicare il racconto, scritto da Giuseppe Romani, deceduto nel 1991, sulla storia della comunità pitiglianese durante l’occupazione nazifascista, il bombardamento e la liberazione. Letture a cura di Gabriele Denci.
Marcello Baraghini definisce la testimonianza di Giuseppe Romani il racconto perfetto: “La grande letteratura – spiega Marcello Baraghini – quella che cambia la vita per renderla degna di essere vissuta e che apre orizzonti di verità, si manifesta non tanto in corposi romanzi, bensì nei racconti, perché la brevità del testo mette a dura prova lo scrittore. Alla ricerca di racconti di qualità, dopo aver letto migliaia di inediti e averne pubblicati alcune centinaia, ho intercettato a Pitigliano, dove opero nel solco della mitica Stampa Alternativa, in una cartella insieme ad altri manoscritti, a bozzetti e disegni, il racconto perfetto. In un pugno di cartelle il suo autore, Giuseppe Romani, deceduto nel 1991, racconta la storia della comunità pitiglianese durante l’occupazione nazifascista, l’apocalisse del bombardamento del 7 giugno 1944 e infine la liberazione. Un racconto di vita senza tanti fronzoli, asciutto, con una scrittura serrata e limpida. Un racconto che, secondo me, meriterebbe il Nobel della letteratura, se il Nobel meritasse Giuseppe Romani. Insomma, il racconto perfetto che oggi è possibile far diventare bene comune grazie alla rete, alla volontà degli eredi e in perfetta sintonia e collaborazione con l’amministrazione comunale di Pitigliano. Un vero tesoro ritrovato”.