GROSSETO – “Siamo genitori di persone con disabilità i cui figli sono stati inseriti nel 2019 nel progetto per il “Dopo di Noi” di cui è capofila il Coeso Società della salute, con gestore la Fondazione Il Sole. Progetto originalmente partito con due appartamenti per otto posti complessivi, che dallo scorso anno in seguito alla scarsità delle risorse è stato ridotto ad un unico appartamento nel quale sono stati concentrati cinque utenti”. Il progetto ha infatti l’obiettivo di dare maggiore indipendenza a persone con disabilità, una volta raggiunta l’età adulta.
“A nostro parere da almeno un anno e mezzo la qualità della vita dei nostri figli è peggiorata, soprattutto da quando si è deciso di passare da due a un appartamento – proseguono -. Abbiamo più volte segnalato il problema al Coeso, che dal nostro punto di vista, non svolge in modo efficace la propria azione di capofila e controllore del progetto. Così come abbiamo chiesto che alle risorse provenienti dallo Stato, che sono insufficienti, e assegnate alla Società della salute dalla Regione, venissero aggiunti soldi provenienti dai Comuni attraverso il Coeso. Cosa che avviene in altre zone socio sanitarie della Toscana. Eppure da mesi dal Coeso, non riceviamo nemmeno più le fatture relative al versamento delle compartecipazioni che dovremmo giustamente pagare per il Dopo di Noi”.
“Lo abbiamo segnalato al Coeso – dichiarano i genitori -, e siamo stati anche in Regione a parlare con l’assessora al sociale Serena Spinelli, scrivendo al presidente Eugenio Giani che, dopo averci chiesto di scrivergli, non ci ha nemmeno risposto. Ogni volta ci viene detto che non ci sono soldi, e che bisogna fare con quello che c’è. Anche se questo significa peggiorare la qualità della vita dei nostri figli. In modo continuativo verifichiamo che i soldi per altri bisogni vengono sempre trovati. Infine, c’è un tema di fondo che continua ad essere ignorato, e che non è meno importante. In lista d’attesa per il Dopo di Noi ci sono almeno altre quattro o cinque persone solo su Grosseto, pur essendo disponibile un appartamento acquistato da un genitore e tuttora inutilizzato”.
“Altre persone si aggiungeranno nei prossimi anni – dicono poi -. La situazione è esplosiva e si continua a far finta di niente, salvo poi inserire all’ultimo momento le persone nelle Rsa, insieme a ultraottantenni con Alzheimer, Parkinson e demenza senile. Una soluzione inaccettabile per persone disabili di 45-55 anni ancora in salute. Destinate a vivere in un ambiente del tutto inadeguato rispetto ai loro bisogni, e oltretutto, spendendo più soldi pubblici per la loro assistenza”.
“La nostra battaglia va avanti da più di un anno – concludono i genitori -, e siamo stanchi di essere ignorati da Coeso, Regione e Fondazione Il Sole, in veste di gestore del progetto. Per tutti questi motivi, ci appelliamo alle persone di buona volontà e a chi nel mondo politico ha ancora a cuore i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari. Noi non ce la facciamo più”.