
GROSSETO – Oltre il 18% delle imprese si sente meno sicuro, l’usura continua a preoccupare, così come i furti e le aggressioni, almeno secondo la percezione degli imprenditori così come emerge dal report di Confcommercio tra le attività grossetane.
«Confcommercio celebra oggi l’undicesima giornata della Legalità. Un’iniziativa che a partire dalla sede nazionale della Confederazione dove il presidente Carlo Sangalli incontrerà il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si sviluppa simultaneamente in ciascuna delle province italiane sede delle Confcommercio territoriali.
Per l’occasione Confcommercio Grosseto ha predisposto e inviato una lettera aperta al sindaco e all’assessore alla sicurezza del Comune di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e Riccardo Megale, per sollecitare iniziative idonee ad aumentare il livello di sicurezza percepito dalle attività commerciali associate.
«Tra le soluzioni proposte nel corso di questi anni da Confcommercio Grosseto c’è, ultima solo in ordine cronologico, quella della istituzione di uno o più presidi fissi della polizia municipale entro il perimetro del centro storico» afferma Ascom.
L’iniziativa di Confcommercio Grosseto è supportata anche dagli esiti dell’indagine nazionale realizzata da Format Research per l’11esima Giornata della Legalità secondo i quali il 20,8% delle imprese del terziario di mercato del Centro Italia ha percepito un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2023. E il valore è significativamente superiore alla media registrata in Italia (18,9%) QUI IL REPORT COMPLETO.
CONTRAFFAZIONE E ABUSIVISMO
Il 18,9% delle imprese del terziario di mercato ha percepito un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2023 (+ 8,6 punti percentuali rispetto al 2022). L’usura resta il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 24,4%), seguito da furti (23,5%), aggressioni e violenze (21,3%), atti di vandalismo (21,1%).
FURTI, AGGRESSIONI, ATTI VANDALICI, RAPINE
Più di un imprenditore su tre teme il rischio di essere esposto a fenomeni criminali come furti, rapine, atti vandalici, aggressioni, etc. In particolare, i furti sono il crimine che preoccupa di più in termini di sicurezza personale, dei propri collaboratori e della propria impresa (per il 30,4%). Più di un intervistato su cinque (il 22,2%) ha avuto notizia di imprenditori vittime di furti nella propria zona di attività e oltre uno su dieci è a conoscenza di imprenditori che hanno subito rapine e atti vandalici.
USURA E RACKET
Un imprenditore su quattro (il 24,5%) ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 9,7% ne ha conoscenza diretta. Il 22,2% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Un timore che è più elevato al Sud (25,6%). Di fronte all’usura e al racket il 62,1% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia, mentre il 27,1% dichiara che non saprebbe cosa fare.
CONTRAFFAZIONE E ABUSIVISMO
Oltre sei imprese su dieci (il 62,8%) si ritengono penalizzate dall’abusivismo e dalla contraffazione. Concorrenza sleale (per il 59,9%) e riduzione dei ricavi (per il 29,1%) sono gli effetti più pesanti.
Un consumatore su quattro (il 24,2%) ha acquistato un prodotto contraffatto o un servizio illegale nel 2023. Di questi, la maggior parte (il 70,6%) ha utilizzato il canale online e, in particolare, circa la metà (il 45,6%) ha effettuato acquisti esclusivamente online. Capi di abbigliamento (64,1%), pelletteria (32,4%), e calzature (31%) restano i prodotti contraffatti più acquistati. La maggior parte dell’intrattenimento (86,4% della musica, film, abbonamenti tv, etc.), prodotti di elettronica (per il 65,9%), profumi e cosmetici (per il 59.5%), parafarmaci (per il 58,6%) passano dagli acquisti online. L’acquisto di prodotti o servizi illegali è soprattutto collegato a ragioni economiche. Si pensa di fare un buon affare, risparmiando (per il 71,3%), è ritenuto normale ed è utile per chi è in difficoltà economiche (per il 74,4%), si è informati sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative (per il 65,5%). Il 66,4% dei consumatori ritiene che sui canali di vendita online sia più facile cadere nella trappola dell’acquisto inconsapevole di articoli contraffatti e al 21,5% degli intervistati è capitato di acquistare online prodotti contraffatti credendo che fossero originali.
IMPATTO ECONOMICO SU COMMERCIO E PUBBLICI ESERCIZI
Stime Ufficio Studi Confcommercio
Nel 2023 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 38,6 miliardi di euro e ha messo a rischio 268mila posti di lavoro regolari. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 10,4 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,5 miliardi, la contraffazione per 4,8 miliardi, il taccheggio per 5,2 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,9 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,8 miliardi.