Primo maggio

Un melograno per un mondo più giusto, Anpi e Spi-Cgil: «Basta morti in mare e sul lavoro»

Melograno Anpi primo maggio 2024

ORBETELLO – Il primo maggio del 2023 la piantumazione del melograno per ricordare le stragi dei migranti e restare umani. Quest’anno Anpi “Carla Nespolo” e Spi-Cgil Orbetello hanno voluto ribadire l’importanza del gesto compiuto insieme lo scorso anno.

“Anche un anno fa per la Festa dei Lavoratori la situazione meteorologica non fu delle migliori – affermano -, tuttavia l’impegno preso anche in laguna per l’avvio dell’iniziativa di piantumazione di un melograno mediante l’appello di “Donne insieme per la Pace”, Anpi, Cgil, Arci e Legambiente Toscana era riuscito a coinvolgere tantissimi comuni della Toscana. Chiaro il messaggio lanciato dagli organizzatori, uniti dalla volontà di piantare in un giardino di ogni comune, in occasione del Primo Maggio, un melograno, deponendo accanto una iscrizione riportante anche il testo: “Sono nato in memoria delle tante vite perse nella speranza di un futuro migliore. Basta morti durante le migrazioni”.

“La scelta della Festa dei Lavoratori, con le piantumazioni inserite nel quadro delle numerose iniziative programmate per la celebrazione di questa importante giornata di festa riconosciuta a livello internazionale, avvenne proprio in ragione del valore del lavoro come prospettiva per una vita migliore – proseguono Anpi e Cgil -. Oggi, dopo ulteriori dodici mesi di drammi e troppo spesso di inazione, il ricordo di quell’impegno assunto in particolar modo dallo Spi-Cgil e dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia si tramuta in un nuovo invito a costituire insieme una forte azione civica in grado di superare, davvero, le tragedie delle tantissime morti, in mare e sul lavoro”.

“Ad un anno di distanza dalla piantumazione del melograno simbolo di vita, di fertilità e positività realizzata dallo Spi Cgil e dall’Anpi siamo ancora oggi qui per ricordare l’importanza di questa giornata – afferma Tiziana Massetti, segretaria Spi-Cgil Orbetello. È fondamentale celebrarla per le lotte dei lavoratori che durante i secoli hanno combattuto per poter conquistare i propri diritti. Il 1 maggio 1886 fu indetto uno sciopero per ridurre la giornata lavorativa a otto ore. La protesta durò tre giorni e terminò con un massacro dove morirono undici persone. Questa manifestazione divenne il simbolo delle rivendicazioni degli operai di tutto il mondo che in quegli anni lottavano per avere diritti e condizioni di lavoro migliori. È un giorno di riflessione radicata nella storia del movimento operaio mondiale che promuove la solidarietà internazionale e la lotta congiunta. Il primo maggio simbolo di resistenza e di rivendicazione, mai come oggi riveste importanza ricordarlo in tempi in cui il lavoro non è più considerato un diritto costituzionale perché spesso di lavoro si muore. Il lavoro deve essere sicuro perché si deve vivere di lavoro e non morire”.

“Oggi tre persone al giorno muoiono lavorando e ciò non è più accettabile ed è per questo che vogliamo ricordare i quattro referendum popolari indetti dalla Cgil per superare la precarietà, aumentare la sicurezza, la tutela e ridare dignità a tutti i lavoratori. Quattro quesiti fondamentali per migliorare le condizioni dei lavoratori che nell’ultimo ventennio hanno visto sgretolarsi molti dei diritti faticosamente conquistati e tramandati dai nostri padri”.

«Ad un anno esatto di distanza dall’iniziativa unitaria realizzata in collaborazione con Anci Toscana, siamo ancora più convinti che antifascismo ed antirazzismo siano due elementi fondanti dell’identità e dell’impegno dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia afferma Daniela Castiglione, presidente sezione Anpi “Carla Nespolo” -. A poche settimane dalle elezioni che porteranno al rinnovo del Parlamento Europeo e ad una guida per la Commissione Europea, assistiamo con sgomento alla propaganda che prova a strumentalizzare persino le tragedie legate ai flussi migratori, nel tentativo di cancellare il tema dell’umanità da una questione strutturale che viene trattata come un’emergenza ed un problema di sicurezza, di invasione e sostituzione. In questo senso non possiamo che esprimere insoddisfazione per il compromesso al ribasso varato dal Parlamento Europeo sul Nuovo Patto su Migrazione e asilo. A fronte delle tragedie migratorie e del mare, l’Europa parla infatti genericamente di “aiuti ai Paesi Ue più esposti alle pressioni migratorie” con gli altri Stati membri che “dovranno contribuire accogliendo una parte dei richiedenti asilo o dei beneficiari di protezione internazionale nel loro territorio, stanziare contributi finanziari o fornire un sostegno tecnico-operativo”.

“Parole prive di qualsiasi impegno concreto che mostrano una carenza di coraggio e di lungimiranza inspiegabile, che invece non dovrebbe lasciare indifferenti riguardo a chi fugge dalla propria terra, magari perché vittima di guerre o miseria, con la sola aspirazione di un lavoro onesto e dignitoso che la nostra Carta Costituzionale, nata dalla Resistenza, garantisce ad ognuno di noi. Ed ecco quindi che il gesto simbolico dello scorso anno di piantare un melograno nella giornata dedicata ai lavoratori rappresenta una importante occasione per rammentare alle istituzioni il valore supremo della vita rivendicando, per tutti, spirito di fratellanza per la giustizia sociale insieme alla fine di ogni sfruttamento”.

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