GROSSETO – Cgil e Uil di Grosseto sono scesi in piazza oggi anche a Grosseto con il presidio in piazza Rosselli di fronte alla Prefettura.
Si tratta della mobilitazione che prevede lo sciopero, di 4 ore (8 per la categoria degli edili) e che riguarda tutti i settori privati e pone l’attenzione sulla necessità e sull’urgenza di stipulare un rinnovato patto per la salute e per la sicurezza sul lavoro.
Un patto che impegni il governo e le istituzioni tutte nella sottoscrizione di una strategia nazionale di prevenzione e protezione, assente da sempre nel nostro Paese, nonostante le reiterate richieste della Commissione Europea e nonostante sia stata richiamata insistentemente negli anni dalle Organizzazioni sindacali confederali.
La Cgil scende in piazza per ribadire l’importanza del coinvolgimento e della partecipazione delle parti sociali nella definizione di questa strategia volta alla tutela del lavoro. La Cgil scende in piazza anche per rinnovare gli impegni mai abbandonati per il sì alla prevenzione e il no alla precarietà, per il sì all’inclusione e il no allo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici straniere. Anche per questo tra le richieste portate dal sindacato c’è una maggiore attenzione sugli appalti e subappalti, l’istituzione del Durc su salute e sicurezza. Ma anche richieste di maggior tutela sulla gestione dei finanziamenti alle imprese e sulla loro qualificazione, sulla formazione e sul rafforzamento della vigilanza.
L’impegno del sindacato nella tutela dei lavoratori e del loro impiego, ultimamente ha dovuto fare i conti con vere e proprie tragedie. Le morti sul lavoro, soprattutto nel settore edile, non sembrano avere interruzione. La notizia degli operai rimasti coinvolti nel crollo del cantiere a Firenze nel febbraio di questo anno è stata seguita da altre simili, ultima quella di ieri.
L’esplosione del 9 aprile, nella centrale elettrica di Suviana (appennino bolognese) è suonata come una triste e amara conferma. «Sono morti altri 4 operai – ricorda Monica Pagni, segretaria generale Cgil Grosseto – Ci sono dispersi e feriti. Le morti oramai sembrano coinvolgere squadre intere. La nostra solidarietà va ai lavoratori coinvolti, soprattutto a quelle famiglie che, purtroppo, non vedranno più tornare a casa i propri cari. Scenderemo in piazza anche per loro, chiedendo che si cambi il modo di lavorare e la logica che alcune imprese continuano ad adottare: destinata solo a portare inevitabilmente ancora più morti sui luoghi di lavoro»
Investire in sicurezza sembra essere sempre considerato, ancora oggi, solo un costo per le imprese. «Ogni impresa e ogni lavoratore però sa che è proprio la sicurezza a essere il presupposto del lavoro stesso – rimarca Pagni – senza sicurezza non si lavora. Si muore. Le norme sulla sicurezza vanno applicate e possibilmente, in tal senso, si deve investire anche in formazione. Così da poter contare su personale addetto qualificato e pronto piuttosto che essere costretti a chiamare chi magari dovrebbe essere in pensione».
Le morti sul lavoro si verificano in numerosi settori, quello dell’edilizia rimane il più colpito.
«I danni oramai non sono più quantificabili e questo vale per tutti i settori – conclude Pagni – L’edilizia certo rimane quello dove si verificano molti incidenti sul lavoro, la caduta dall’alto è uno dei più diffusi. Tuttavia, ci sono numerosi mezzi per prevenirli ed è quasi incredibile che alcuni casi continuino a verificarsi. Morire sul lavoro non è accettabile, per nessuno. Tantomeno oggi, nel 2024, che con tecnologie e impegno potremmo davvero fare la differenza».