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GROSSETO – 80 anni. Tanto è trascorso dal punto di svolta del 1943, o per meglio dire dall’avvio di quei cinque anni che vanno dal settembre 1943 al febbraio 1948 che sono stati decisivi nel definire e rinnovare le istituzioni italiane dopo il ventennio della dittatura fascista.
Il percorso che iniziò con l’8 settembre 1943 condusse infatti allo sviluppo della Resistenza, alla Liberazione dall’occupazione delle truppe nazifasciste, alla scelta della Repubblica e all’approvazione della Carta Costituzionale. Le forme istituzionali italiane di oggi rappresentano pertanto il risultato di quel grande movimento di cambiamento che ha visto come protagonista la resistenza partigiana, plurale nella sua composizione, ed anche l’intera popolazione.
Il periodo storico in cui il movimento fu attivo ebbe inizio dopo l’Armistizio del settembre 1943, con il Comitato di Liberazione Nazionale che venne fondato a Roma il 9 di quel mese, e si concluse nei primi giorni del mese di maggio del 1945, quindi con una durata complessiva di circa venti mesi. La decisione di celebrare la fine di quel difficile periodo con il 25 aprile 1945 fa riferimento alla data dell’appello diramato dal Cln per l’insurrezione armata della città di Milano, sede del comando partigiano dell’Alta Italia.
Come ogni anno viene però confermato l’impegno dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia nel contribuire a studiare e ricordare anche il momento iniziale, insieme alle scelte personali, che scaturirono con gli eventi successivi all’Armistizio, scelte coraggiose che portarono uomini e donne a combattere, anche a costo della vita, per la libertà e l’onore della Patria attraverso la difficile fase della Resistenza partigiana contro la cosiddetta Repubblica Sociale Italiana di Mussolini, regime fantoccio fiancheggiatore dell’occupatore nazista. L’edizione 2023 di quello che per il Comitato Provinciale “Norma Parenti” dell’Anpi rappresenta ormai un consueto evento pubblico, dal carattere storico, formativo e divulgativo, è in programma nel pomeriggio di giovedì 7 settembre presso il Palazzo della Provincia.
Ed il tema della scelta, argomento centrale rispetto agli eventi legati all’Armistizio, quest’anno apre anche la fase dell’ottantesimo anniversario dell’inizio della Resistenza con dei contributi al dibattito offerti da personaggi d’eccezione, come Luciana Castellina e Carlo Ricchini, direttori responsabili de Il Manifesto e de l’Unità querelati da Almirante per aver svelato all’opinione pubblica il “manifesto della morte” firmato dal gerarca fascista insieme al ministro Mezzasoma che intimava la fucilazione alla schiena per “sbandati ed appartenenti a bande” che non si fossero consegnati ai “posti militari e di Polizia Italiani e Tedeschi”.
Saranno inoltre presenti all’iniziativa programmata a partire dalle ore 16:30 di giovedì 7 settembre in Sala Pegaso lo storico e giornalista Davide Conti insieme allo scrittore e ricercatore Massimo Recchioni, il primo autore di importanti saggi sul fascismo e l’uso strumentale della storia, il secondo co-autore anche del libro “L’avrai camerata Almirante la via che pretendi da noi italiani”, vero e proprio memoriale sul processo per diffamazione intentato da Almirante, che finì sconfitto anche davanti alla Corte di Cassazione.
«Il 1943 fu l’anno della scelta – ricorda Luciano G. Calì, Presidente del Comitato Provinciale dell’Anpi di Grosseto – si doveva decidere da che parte stare. Numerosi furono i giovani, uomini e donne, che diedero vita alle formazioni partigiane. Le nuove generazioni sono molto lontane anagraficamente da questi eventi storici. La scuola ha il compito di includere nei programmi i fatti drammatici che vanno dall’emersione del fascismo alla Liberazione. Andrebbero studiati a fondo, in particolare, gli anni dal 1943 al 1945 per iniziare finalmente a fare seriamente i conti con la memoria. La nostra democrazia ha le proprie radici nell’approfondimento della storia e non nella rimozione o, persino, nella criminale riscrittura della stessa».