Piero Camilli ha fatto la storia del calcio in Maremma, in particolar modo a Grosseto. Amato e odiato allo stesso tempo, l’imprenditore romano è stato uno degli ultimi padri-padroni presenti nel nostro panorama sportivo. Imprenditore del settore alimentare, più precisamente nella lavorazione delle carni, Camilli è stato nel mondo del calcio per quasi trent’anni, tra successi sconfitte e scelte clamorose. Il suo stile manageriale lo ha fatto accostare a quello di altri proprietari vulcanici come Zamparini, Gaucci e Cellino. Gli è mancata la serie A, a differenza di tutti loro, ma ha comunque dato un’impronta eccezionale al calcio. Soprannominato il Comandante per il suo grande carisma, ha legato il suo nome a pagine inmdimenticabili e ancora oggi che è fuori dal calcio, fa parlare di sé. Il giornale sportivo Calciomagazine ha ricostruito alcuni momenti significativi della su carriera dall’esperienza al Grosseto a quella nella Viterbese.
L’esperienza al Grosseto
Camilli acquistò il Grosseto il 23 giugno 2000. Prima del suo arrivo, la squadra era in gravi difficoltà finanziarie e non riusciva a schiodarsi dai campionati dilettantistici.
Il nuovo presidente, che veniva da una esperienza di successo come proprietario dell’Unione Sportiva Castrense (portata dal 1995 al 1999 dalla Seeconda Categoria alla D), decise di rivoluzionare tutto l’assetto del club.
Dopo dure anni in D la società fu ammessa alla allora C2 a completamento organico al termine della stagione 2001-2002.
Nella stagione 2003-2004, nonostante quattro allenatori cambiati (Melotti, la coppia composta da Mancini e Magrini e Specchia) la squadra vinse il campionato e venne promossa in C1.
Nella stagione 2006-2007, con Allegri per le prime 9 giornate e Cuccureddu fino a fine stagione, arrivò la promozione in B, vincendo anche la Supercoppa di Lega di C1. Si trattò di un traguardo storico per il calcio grossetano, dato che mai prima di allora la società era arrivata a disputare il campionato cadetto.
In serie B il Grosseto rimase sei stagioni, sfiorando anche la serie A nella stagione 2008-2009. L’allora squadra allenata da Ezio Rossi prima e Elio Gustinetti poi, arrivò sesta, perdendo la semifinale contro il Livorno.
Il periodo tra il 2013 e il 2015 è stato senza dubbio quello peggiore al Grosseto. Il 16 aprile 2013 la squadra retrocedette matematicamente in Lega Pro. Nel corso di quella stagione, Camilli lasciò la presidenza e la società passò in mano ai figli.
Il 20 giugno 2015, dopo due undicesimi posti consecutivi in Lega Pro, Camilli decise di non iscrivere più il Grosseto alla Lega Pro, consegnando a formazione maremmana al Comune di Grosseto nella figura del sindaco Emilio Bonifazi.
Quel gesto clamoroso segnò la fine dell’era Camilli e, di fatto, anche del calcio professionistico a Grosseto. Infatti, la società fu costretta a ripartire dalla D, cambiando denominazione.
Da quella estate il calcio grossetano è passato per un altro fallimento e un fugace ritorrno in C2 durato due anni. I fasti dell’era Camilli sono solo un lontano ricordo.
La vulcanica figura di Camilli
Camilli è un personaggio controverso e ha fatto spesso parlare di sé. A Grosseto fu un noto mangiallenatori, cambiando trentacinque allenatori in quindici stagioni. Nessun tecnico ha fatto una stagione intera sotto la sua presidenza. Tra gli allenatori ingaggiati ed esonerati figurano anche nomi di spicco come quelli di Massimiliano Allegri, Stefano Pioli e Maurizio Sarri.
L’attuale tecnico della Juventus, in particolar modo, fu ingaggiato nella stagione2005-2006 per poi essere esonerato dopo 9 giornate e venire richiamato per le ultime due (e i play off). La stagione successiva fu riconfermato, ma venne nuovamente esonerato dopo nove giornate.
L’esperienza alla Vierbese
Piero Camilli è stato anche presidente della Viterbese per sei stagioni, precisamente dal 2013 al 2019. Già proprietario dell’A.D.C. Castrense, il Comandante decise di portare a Viterbo il titolo sportivo della sua squadra creando così l’A.D.C. Viterbese Castrense. In sei anni la nuova società raggiunse la Lrga Pro e si giocò per due anni di fila la promozione in B attraverso i playoff. Inoltre, nella stagione 2018-2019 arrivò anche il successo della Coppa Italia di C. Questa stagione segna anche il numero record di 8 esoneri in una stagione. La stagione iniziò con Giovanni Lopez che fu cacciato già dopo la prima giornata. Seguirono Stefano Sottili (fino alla quarta), Antonio Calabro (fino alla nona), ancora Giovanni Lopez (decima giornata),. Il Sottili bis (fino alla quindicesima), Alberto Favilla (sedicesima), Sottili ter (fino alla ventesima), Calabro bis (fino alla trentasettesima) e Pino Rigioli (trentottesima giornata e playoff).
Al termine di quella stagione cedette la società all’imprenditore Marco Arturo Romano. Benchè l’addio a Viterbo sia stato molto meno traumatico di quello a Grosseto, anche qui non sono mancate le polemiche, polemiche che continuano tutt’ora tra ex e nuovo proprietario del club laziale.
Camilli ha dunque segnato un’epoca calcistico per il calcio maremmano. Personaggio fuori dalle righe e senza dubbio vulcanico, non si può comunque negare che sia un uomo di successo, visto che, tutte le società che ha preso in mano, hanno fatto il salto di qualità.