FOLLONICA – Inarrestabile Stefano Palmieri, senza rivali al The G4D Open, dove è arrivato primo nella categoria V1 al Woburn Golf. L’atleta azzurro (nella foto d’archivio, ad una premiazione allo Sport Day) non è nuovo alle grandi sfide: da 21 anni non vedente a seguito di un incidente che gli ha procurato il distacco totale dei nervi ottici, ha fatto della sua nuova vita un esempio di resilienza, una prova di forza e coraggio che anno dopo anno lo ripaga della grande tenacia che mette in ogni cosa che intraprende. Stefano balla latino americano, suona la chitarra, va in bicicletta, corre, fa nuoto, è un padre presente e attento ed un marito e figlio impeccabile, con quella sua carica speciale che coinvolge chi gli sta intorno.
Ma con il golf, la sua passione sportiva nata da non vedente, è ormai un riferimento nazionale e mondiale. Tante persone lo seguono e lui gioca e ruota il ferro come se di occhi ne avesse anche più di due, regalando emozioni forti e grandi soddisfazioni. Al suo debutto nel 2013, in uno sport che non conosceva da vedente, aveva conquistato un terzo posto di categoria che faceva ben sperare per il futuro, ed infatti dopo soli due anni, era diventato il numero 1 al Blind Open d’Italia. Da lì una carriere sportiva in ascesa con grandi risultati ottenuti: nel 2016 primo al Japan Blind Open, nel 2017 al British Blind Open e al Irish Blind Open, nel 2019 di nuovo al British Blind Open, nel 2022 al Dutch Open e adesso un ultimo risultato clamoroso al Woburn Golf, sempre in terra britannica, che lo ha fatto entrare nella storia del golf internazionale, portando alta la bandiera italiana nel mondo.
“Un risultato grandioso – ha detto il sindaco Benini – frutto del suo impegno, tenacia e professionalità sportiva. Stefano non si non si stanca e spingere al massimo la sua determinazione nei confronti della vita, arrivando alle vette di competizioni mondiali! A lui va il mio affetto e i complimenti di tutti noi e di tutta la città, con la certezza che ci riservi ancora importanti sorprese”.
‘’E’ stata un’emozione fortissima – esulta Stefano Palmieri per la Federazione – Mi sono sentito un professionista su un campo meraviglioso dove ogni colpo era fondamentale. Sono stati 3 giorni di gara Medal impegnativi. Al termine ero stremato, ma non ho mai pensato di arrendermi’’.
“L’attesa del figlio tredicenne al ridosso della porta d’ingresso con la bandiera dell’Italia – si legge nel comunicato della Federazione Italiana Golf – Gli abbracci, gli applausi e lo stupore. E’ la storia di Stefano Palmieri, il migliore tra i non vedenti (Cat V1) e della sua brillante prova al G4D Open a Woburn in Inghilterra, per il quarto dei nove eventi stagionali promossi dal DP World Tour. Accompagnato in campo da Stefano Bertola, allenatore federale della sezione paralimpica FIG, Palmieri è la rappresentazione massima che testimonia come il Golf sia uno sport di inclusione e accessibile a tutti. Un messaggio che la Federazione Italiana Golf veicola con una particolare attenzione verso gli atleti paralimpici nel quadro del Progetto Ryder Cup 2023”.
Il giocatore toscano, primo classificato all’Italian Blind Open nel 2015 e vincitore del British Open Blind (Cat B1) nel 2017, è stato tra i giocatori più seguiti del torneo che si è svolto dal 10 al 12 maggio sul percorso del Woburn GC (par 72), a Woburn in Inghilterra: “Ogni colpo che effettuavo c’erano tantissime persone che mi applaudivano e mi abbracciavano. Per quattro giorni sono stato il fulcro dell’evento, ma non per il gioco. Per il messaggio, per l’inclusione. Per il binomio che ho creato insieme a Stefano Bertola. E ad emozionarmi ancora di più era il fatto che ho fatto tutto questo avendo lo scudetto tricolore della federazione al cuore. Uno scudetto che onorerò con professionalità per tutta la mia vita”. Essere portatore di un messaggio che sia da traino per tante persone, questo l’intento del 51enne toscano: “La cosa più bella che mi pongo come obiettivo è quella di vedere un giorno un’altra persona non vedente o un bambino in campo pratica a provare questo sport. Spero che domani si svegli qualche bimbo e mi chieda di andare con lui in campo pratica. Vado nelle scuole appositamente per raccontare la mia storia e continuerò a farlo”.
Poi la giuste dose di agonismo e competizione, che ogni sport, in ogni categoria, richiede:
“Piace anche tanto a me vincere. Mi alleno da atleta della Federazione per questo. La competizione è fondamentale. Arrivare a casa e trovare mio figlio di 13 anni aspettarmi con la bandiera italiana – ha concluso Stefano – mi fa capire quanto sia bello praticare questo sport”.