GROSSETO – Da molto tempo, sempre più diffusi, realizzati sempre meglio, talvolta messi su da aziende che nascondono la vera identità, ci arrivano delle strane mail che però traggono in inganno sul reale contenuto che attrae l’attenzione dell’utente “medio-basso”. Si perché ci stanno bombardando per un unico scopo: la frode informatica. Talvolta per sottrarre password personali, talvolta per “pescare” (il cosiddetto fishing) i dati delle carte di pagamento online. Bisogna stare molto attenti a ciò che si legge perché si mimetizzano anche dietro a mittenti che si credono sicuri.
Come fare per riconoscerle:
Nelle mail sospette, per prima cosa, dobbiamo controllare il link, ovvero a quale destinazione porta il collegamento dove ci viene indicato di cliccare (magari sotto ad un immagine accattivante) oppure il formato dell’allegato che ci viene proposto. Solitamente i sospetti si verificano con formati strani (.tat.gz, .exe, .link, ecc…).
Un altro tipo di trucco per riconoscere queste mail, è quello di leggere attentamente la firma del linguaggio (se attaccano dall’estero, non è perfetto il linguaggio utilizzato e spesso ci comunicano di aver ricevuto una somma per un’eredità falsa). Tante volte ci contattano i Provider di alcuni enti statali che richiedono l’accesso per poter usufruire di nuovi servizi come Poste, Banche, Autostrade, uffici comunali. Quindi prestiamo attenzione e non clicchiamo su alcuna immagine prima di esserne sicuri. Il riconoscimento più veloce è quello di andare sui dettagli del mittente, leggendo subito la mail che ci scrive che solitamente ha un dominio (.com, .net, .eu, .ru) estero o comunque non esattamente quello vero. Basta quindi digitare quella mail su un motore di ricerca qualsiasi e notare che i risultati non sono quelli ufficiali.
Cosa fare se scopriamo la truffa
Una volta scoperta la mail “fasulla” dobbiamo eliminarla immediatamente (anche dal cestino è meglio) e segnalarla come spam così da evitare altri arrivi.
La buona regola mentale
La buona regola personale è quella di non fornire mai dati sensibili quali password, dati di carte di credito o di pagamento a siti che pubblicizzano prodotti e/o servizi se non si è fatto un chiaro controllo e si sono verificati tutti i dati aziendali riportati nelle informazioni del proprietario (es. siti di acquisto Pellet non hanno una sede legale reale, nessun tipo di registrazione alla camera di commercio e P.Iva). Quindi stiamo attenti anche a comunicare questi dati a persone non fidatissime che potrebbero usarli per rubare identità e svuotare i conti correnti. Se involontariamente si clicca su un banner o un link che ci apre una pagina, si può tranquillamente chiudere la stessa senza inserire alcun dato, compresi dati anagrafici.
Un messaggio anche ai malintenzionati: Attenzione anche per chi invece vuole rubare i dati ad un’altra persona via mail, utilizzando tali metodi: si va in carcere perché è riconosciuto come reato penale.