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L’economia rallenta ancora, Confesercenti: «Servono risorse a sostegno dei redditi e detassare gli aumenti retributivi»

Giovanni Caso

GROSSETO – Dopo tre trimestri di fila di crescita nel quarto l’economia rallenta. È quanto emerge dai dati sul Pil pubblicati dall’Istat.

Una crescita più ridotta, ma comunque una migliore tenuta rispetto alle attese, in recupero rispetto al 2021. E questo grazie al comparto del turismo, specie straniero.

Se dunque il 2023 è partito bene le attese non sono altrettanto rosee: gli esperti parlano di una crescita sotto l’1%.

Fino al terzo trimestre del 2022 l’economia è andata meglio delle attese: l’andamento dei consumi in particolare è stato positivo portando a un pieno recupero dei livelli di spesa pre-pandemia. Uno dei problemi però è che la crescita della spesa delle famiglie ha eroso i risparmi accumulati in periodo Covid. La perdita di potere d’acquisto incide soprattutto sui nuclei familiari a medio reddito che vedono ormai quasi la metà del proprio budget impegnata nelle spese per l’abitazione e le bollette.

«Adesso che i prezzi dei beni energetici iniziano a rallentare, è dunque necessario valutare di riorientare le risorse disponibili a sostegno dei redditi e dei consumi, che rischiano di subire, nel 2023, un forte rallentamento, come dimostra la contrazione dei volumi venduti già negli ultimi mesi dello scorso anno – afferma Giovanni Caso presidente provinciale Confesercenti -. Il taglio del cuneo previsto dalla manovra è un piccolo passo, ma serve di più».

«La strada giusta sarebbe la detassazione degli aumenti retributivi stabiliti dai Ccnl: un intervento che aiuterebbe la ripartenza della contrattazione e dei salari, permettendo alle famiglie di recuperare almeno in parte il potere d’acquisto perduto».

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