GROSSETO – Nella giornata di oggi il XXII congresso della Camera del lavoro di Grosseto ha eletto Monica Pagni, classe 1962, segretaria generale della Cgil maremmana. Confermandola nel ruolo che ha assunto lo scorso 1 giugno per gestire la frase transitoria seguita alle dimissioni del precedente segretario Andrea Ferretti.
«Quello che abbiamo di fronte – ha sottolineato nella sua relazione Pagni – sarà un periodo particolarmente complicato, perché, bene che vada, dovremo affrontare una incerta fase di stagflazione che già oggi mette a dura prova la capacità di resistenza di ampie fasce della popolazione. Il problema più significativo al quale è urgente dare una risposta che la legge di bilancio non ha il coraggio di dare, è quello del lavoro povero. Caratterizzato da basse retribuzioni, basse qualifiche e bassa produttività. Con lavoratori assediati dal costo della vita e privi di strumenti difensivi perché le politiche di welfare fanno acqua da tutte le parti».
«Questa situazione generale è aggravata in un territorio in grande affanno come il nostro. Nel quale tutti gli indicatori socioeconomici principali sono al di sotto della media nazionale e regionale: dal reddito medio pro capite imponibile al valore aggiunto, dagli indicatori demografici a quelli sulla vitalità imprenditoriale. Condizione che, d’altra parte, è stata ben riassunta dai risultati della graduatoria sulla qualità della vita nelle province italiane redatta dal Sole 24 Ore».
«Questo stato delle cose non è casuale, ma figlio di un modello di sviluppo economico che ha scoraggiato il consolidamento del settore manifatturiero, privilegiando i comparti dei servizi a più basso valore aggiunto, con retribuzioni basse e figure professionali poco qualificate. Legittimando quella che può essere definita quasi una monocultura produttiva. Non a caso su 164.000 contribuenti, la fascia di reddito largamente prevalente – 48.000 persone – é quella di chi ha redditi tra 0 e 10.000 euro all’anno. Parallelamente, assistiamo a un progressivo indebolimento dei servizi pubblici, a partire dal servizio sanitario, chi se non arrestato, finirà per gravare ulteriormente sulla fascia di popolazione che in questi ultimi anni è stata quella già più esposta».
«Per la Cgil l’unica via di uscita è puntare sulla diversificazione produttiva, sfruttando nel migliore dei modi i finanziamenti del Pnrr e quelli europei; rafforzare un tessuto d’impresa eccessivamente parcellizzato perché composto di microaziende; puntare sulla formazione professionale qualificata per garantire opportunità di lavoro ai giovani, altrimenti costretti a cercare fortuna in altri territori».
Pagni ha poi parlato di come intende impostare il proprio lavoro per la Cgil del futuro. «Il mio compito e quello della segreteria confederale nei prossimi 4 anni – ha concluso – sarà quello di fare in modo che il prossimo passaggio di consegne nella direzione della Cdl di Grosseto avvenga potendo investire su un gruppo di compagne e compagni giovani e preparati, allenati alla confederalità e stimolati dai nuovi incarichi che andranno a svolgere».